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Il 14% dei pugliesi non può permettersi le cure mediche

Se per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani la Regione Puglia è a rischio caos, per il sistema sanitario è peggio, perché è a rischio di sfascio. Infatti, a confermare la situazione di una gestione confusa e tuttora fuori controllo della Sanità pugliese è una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil, ossia delle principali Organizzazioni sindacali dei lavoratori, che hanno annunciato una mobilitazione generale in Puglia proprio nel settore sanitario, a causa del perdurare delle carenze di personale e della conseguente inefficienza nei servizi assistenziali offerti ai cittadini pugliesi. Secondo il segretario generale pugliese della Cgil, Pino Gesmundo, quello della Cisl, Daniela Fumarola, e quello della Uil, Aldo Pugliese, in Puglia  occorre “riqualificare la spesa sanitaria per investire su prevenzione e qualità e quantità delle prestazioni”. Difatti, i tre esponenti di vertice delle citate OO.SS., nella stessa nota, hanno evidenziato che “al 14 per cento dei pugliesi non sia concesso l’accesso alle cure mediche perché troppo costose o per i tempi di attesa”. E questi, per Gesmundo, Fumarola e Pugliese, sono dati molto preoccupanti che non possono che spingere a una riflessione, ma soprattutto a decisioni che vanno nel senso dell’estensione del diritto alle prestazioni sanitarie, in termini di qualità e quantità. L’esito dello studio dell’Università di Tor Vergata sulle Sanità delle Regioni ed, in particolare, i risultati della Puglia – si afferma nella nota –  “purtroppo non ci sorprendono”. Per cui le vertenze che Cgil Cisl Uil porteranno avanti in Puglia, mettendole al centro delle loro prossime iniziative, saranno proprio i principali punti negativi  che emergono dallo studio dell’Università romana, ossia “i livelli delle performance bassi, la spesa farmaceutica alta, il basso livello degli investimenti e l’alta mobilità passiva”. Infatti, “occorre riqualificare – secondo Cgil, Cisl e Uil – la spesa di beni e servizi, combattendo gli sprechi e per fare questo può aiutare la centrale unica degli acquisti. E’ necessario riequilibrare su base territoriale il numero dei posti letto della rete ospedaliera, riorganizzare o meglio rifondare la medicina territoriale, riconvertendo gli ospedali chiusi in presidi territoriali di assistenza. Ovviamente per migliorare il livello delle prestazioni serve assumere personale, per far fronte ai 5mila posti vacanti”. In fine, resta da affrontare – sempre secondo i vertici pugliesi della triplice sindacale – “il non più sostenibile dato delle liste d’attesa, che precedenti Amministrazioni (ndr- regionali) avevano annunciato come superato” e la “bassissima  spesa per la prevenzione, tanto che in alcune strutture pubbliche occorre attendere oltre due anni per una mammografia”. “Quando – si rileva inoltre nella nota – proprio l’attività di prevenzione di alcune patologie è il miglior strumento per garantire la salute dei cittadini e assieme abbattere la spesa sanitaria e farmaceutica”, per concludere che “ servono in tal senso progetti finalizzati e soprattutto verificabili”. Pero, a denunciare e contestare la gestione della Sanità in Puglia c’è anche una nota del presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Andrea Caroppo, che, a seguito di un ennesimo provvedimento tampone del governatore Michele Emiliano (Pd), ha affermato: “Siamo alle solite: Emiliano continua a lanciare annunci roboanti su quello che si potrebbe realizzare per la Sanità pugliese e poi, dopo poco, vara un provvedimento per alleggerire il disavanzo”. “Un buco nei conti che – aggiunge l’esponente forzista – continua a crescere nonostante il taglio ai servizi, la chiusura di reparti e ospedali e cure sempre più costose, tanto che migliaia di pugliesi hanno smesso di curarsi perché è divenuto un lusso per pochi”. Infatti, denuncia poi Caroppo: “Prima ancora dell’esame del bilancio, arriva oggi questo provvedimento con cui, forse, Emiliano vorrebbe farci credere che il problema per la nostra Sanità sia solo nei costi dei farmaci per l’epatite c” e conclude: “Se ieri denunciavamo lo sfascio ad opera di Vendola del sistema sanitario, oggi con il presidente-assessore Emiliano possiamo confermare” che “nella scuola di incapacità gestionale del centrosinistra, l’allievo ha superato il maestro!” In definitiva, alla Regione, siamo alle solite pratiche anche nella Sanità, come nel ciclo dei rifiuti. Dove il metodo gestionale preferito da chi governa l’Ente è quello di navigare a vista, anziché la programmazione di medio e lungo periodo. E, quindi, “vivere alla giornata” tappando prevalentemente i buchi, senza però fare a meno dei soliti annunci eclatanti di cambiamenti in atto, che poi non trovano alcun concreto riscontro nella realtà dei fatti di gestione.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Novembre 2016

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