Cultura e Spettacoli

I Radiodervish e l’Orchestra Sinfonica Oles in concerto

Sulla scia del grande successo riscosso dai Neri Per Caso con lo spettacolo di domenica 4 agosto, continua la rassegna “Non soli, ma ben accompagnati – Festival d’arte Apuliae 2019” con un imperdibile appuntamento musicale. Domenica 11 agosto alle ore 21.00 in piazza Cesare Battisti, davanti al Teatro “U. Giordano” di Foggia, ospiti d’eccezione saranno i Radiodervish e l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento – Oles. Sul palco il gruppo musicale che più di ogni altro ha definito appieno una poetica e una visione del mondo schierata dalla parte di un’Italia ponte tra Europa e Mediterraneo. Nati in Puglia nel 1997, i Radiodervish cantano di uomini e donne appartenenti a spazi, culture e tempi differenti, alla ricerca di varchi e passaggi tra Oriente e Occidente. Nabil Salameh (voce), Michele Lobaccaro (basso e chitarra), Alessandro Pipino (piano e fisarmonica), Pippo Ark D’Ambrosio (batteria e percussioni) in “Classica” fondono la loro esperienza con quella di una storica orchestra sinfonica pugliese, diretta per l’occasione dal maestro Valter Sivilotti, che ha curato anche i raffinati arrangiamenti. In “Classica” due mondi sonori e due linguaggi, quello etnoworld e quello classico-sinfonico, si mescolano per creare una preziosa e originale proposta artistica sulle tracce di un programma costituito da una selezione di brani tratti dal repertorio dei Radiodervish e da alcune cover degli autori pugliesi Domenico Modugno e Matteo Salvatore. Cantautorato mediterraneo e sonorità sinfoniche si uniscono dunque in un incontro originale che propone brani, temi, arrangiamenti, timbri del tutto inaspettati: la visionarietà del Gramsci di Rosa di Turi, l’intelligenza del cuore del Jalaluddin Rumi di Due Soli, l’unione tra i due opposti di Tancredi e Clorinda e la follia d’amore di Layla e Majnun (il pazzo), “E chiamai disordine quelle armonie in me…”, ne L’Esigenza. I Radiodervish sono nati dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro. La differenza culturale dei due fondatori dà vita a canzoni che sono intese come piccoli laboratori all’interno dei quali si svelano varchi e passaggi tra oriente ed occidente, le cui tracce sono i simboli e i miti delle culture del Mediterraneo, luogo di confine che unifica nel momento stesso in cui separa. “Dar wish” in persiano significa “visitatori di porte”. E loro – Michele Lobaccaro (pugliese, bassista) e Nabil ben Salameh (palestinese, cantante) – ne hanno attraversate molte per approdare a questo progetto, che fonde tradizioni mediterranee pugliesi e sonorità arabe in un intreccio che è insieme melodico, elettronico e acustico. “La fusione tra i nostri due mondi – spiega Lobaccaro – nasce da un contrasto, che nella storia è stato duro e drammatico. Ma alla fine emergono le radici comuni, quelle dell’area dell’Antico Testamento, delle tre grandi religioni del Mediterraneo. Basti pensare al canto napoletano, che usa i quarti di tono tipici della musica araba”. Per fondere i mondi dei due “visitatori di porte”, allora, niente di meglio della radio, “un aggeggio che attraverso le antenne accomuna senza bisogno del visto”, come dice Nabil.


Pubblicato il 8 Agosto 2019

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