Cultura e Spettacoli

I molti busti di Luigi Zuppetta

Il 6 maggio 1889, a Portici, vicino Napoli, si spegneva Luigi Zuppetta, giurista, patriota e uomo politico. Era nato in Puglia, nel 1810, a Castelnuovo della Daunia, un piccolo centro del Sub Appennino Dauno. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli, Luigi Zuppetta divenne presto avvocato e giurista di fama del foro partenopeo. Accusato di essere affiliato alla Giovine Italia (collaborò con Mazzini e fu amico di Garibaldi), dovette rifugiarsi a Malta. Lì pubblicò nel 1848 una raccolta di articoli di carattere legale e letterario, che comprendeva molti suoi saggi, compresa la fortunata ‘Metafisica della scienza delle leggi penali’. Lo stesso anno fece ritorno in patria. Eletto nel Parlamento napoletano, dovette riprendere la via dell’esilio all’indomani della rivolta di maggio. Condannato a morte in contumacia, fu costretto a riparare a Genova, dove visse sino al 1860 collaborando a ‘La bandiera del popolo’. Con l’Unità potette far ritorno a Napoli ed essere eletto deputato alla Camera per il collegio di San Severo. La sua carriera politica fu però breve. Afflitto da problemi di salute, Zuppetta  si dimise dopo soli due anni. Entrato nella loggia napoletana Fede Italica, nel 1864 divenne componente della Commissione Direttiva delle Società Operaie Italiane. Successivamente divenne Giudice d’Appello della Repubblica di San Marino, per la quale compilò il codice penale, guadagnando fama internazionale. Ne1880 tornò ad occupare il suo scanno alla Camera, ancora per il collegio di San Severo. Ma ancora dovette dimettersi dopo poco tempo. Tornò così ad insegnare diritto presso l’Università Partenopea. Più di un busto ricorda Luigi Zuppetta. Il primo fu collocato a Portici nel 1896. Un altro busto, realizzato da Alfeo Tedeschi nel 1947, è a Castelnuovo.  Un terzo busto, lo troviamo a San Severo in via Filippo D’Alfoso, dove nel 1957 è stato trasferito dopo una lunga permanenza cominciata nel 1922 nel Chiostro di Palazzo Celestini. L’opera è di Severino Leone, un apprezzato scultore locale, già autore di altri due busti di  Zuppetta, uno in terracotta e l’altro ancora in bronzo, entrambi esposti nel Museo Civico di Foggia. Nell’immagine, un dipinto di Alberto Testi realizzato intorno al 1928 e realizzato lavorando sullo stesso dagherrotipo che servì anche a Severino Leone. L’opera di Testi fu esposta in occasione della Seconda Mostra d’Arte di Capitanata nella Saletta della Villa Comunale tra settembre e ottobre 1928. Sia le sculture di Leone che il dipinto di Testi furono esposti nel 1958 alla Mostra Storica del 1948 in Capitanata nella ricorrenza del centenario.

Italo Interesse


Pubblicato il 6 Maggio 2016

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