Cultura e Spettacoli

Gli sconosciuti laghi di Puglia

A parte laghi salmastri (Lesina, Varano, Alimini Grande e Alimini Piccolo), tre invasi artificiali (Occhito, Locone, Idume) e pochi specchi d’acqua legati a zone umide (quello di Salso è il più ampio), la Puglia presenta solo tre laghi naturali d’acqua dolce. Due (Sassano e Castiglione) sono di origine carsica e si trovano nel territorio di Conversano. Il terzo, il Pescara, si allarga a novecento metri di quota a nord-ovest del Monte Cornacchia, la cima più elevata di Puglia che svetta a quota 1152 nel Subapennino Dauno. Si tratta di un piccolo specchio d’acqua esteso tre ettari e che nel punto più profondo arriva a quattro metri. Privo di emissari naturali, il Pescara è alimentato da sorgenti sottolacustri e dai ruscelli che si formano con le precipitazioni e lo scioglimento delle nevi. Sembra che il suo nome sia frutto di un errore di trascrizione mappale ; in origine veniva chiamato Peschiera dagli abitanti del luogo per la ricchezza della fauna marina (ancora oggi vi abbondano carpe, barbi e alborelle). Al centro di un prezioso ecosistema, il lago Pescara è oggi oggetto di molta attenzione da parte del comune di Biccari, nel cui territorio esso rientra. Quello specchio d’acqua costituisce la maggiore attrattiva del Parco Naturalistico Lago Pescara. Un Parco che si distingue per il doppio tipo di passeggiata che offre : una passeggiata didattico-naturalistica e un’altra di carattere ‘avventuroso’. La prima è attrezzata con tabelle didattiche e punti sosta per poter apprezzare le diversità del bosco che si sviluppa a ridosso del lago. La seconda passeggiata si rivolge agli appassionati del trekking cui offre un percorso che porta a Rifugio Monte Cornacchia. Si tratta di un percorso acrobatico nel verde aperto ad adulti, bambini e persino disabili. Ai primi viene chiesto molto : c’è da affrontare la tirolese, il ponte a tronchi oscillanti, il ponte tibetano, la rete di arrampicata, il pendolo e la passerella. La tirolese è una teleferica che invece del cestello porta-merci reca appesa al filo un’imbragatura dentro cui può viaggiare un uomo (sconsigliato a chi soffre di vertigini). Molto più impegnativo è il ponte a tronchi oscillanti (si possono posare i piedi solo su tronchi sostenuti da corde che sono disposti parallelamente e piuttosto distanziati). Le cose vanno peggio col ponte tibetano dove i tronchi sono ancora più mobili essendo posti in longitudine. Da non sottovalutare la rete di arrampicata (è facile per mani e piedi perdere l’appoggio sulla corda). Il pendolo è a metà strada fra l’altalena e il jumping, con la differenza che la corda elastica non è fissata alle caviglie ma alla vita. Infine la passerella, una diavoleria che raccoglie il peggio del passaggio a tronchi oscillanti e del ponte tibetano : si procede avanzando su due file parallele di tronchi sospesi e naturalmente mobili.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Aprile 2015

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