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Giro d’Italia a piedi per parlare di sclerosi multipla

Da dieci anni sognava di percorrere a piedi l’Italia, per conoscerne storie e citta’. Ora quel sogno si e’ realizzato e ha anche un valore sociale. Perche’ Marco Togni, ingegnere di 37 anni, cammina per portare un messaggio chiaro: essere vicino a chi ogni giorno lotta contro la sclerosi multipla, patologia che in Italia ha colpito 122mila persone. “Una nuova diagnosi ogni tre ore”, spiega Maddalena Mele, responsabile Aism Bari. In Puglia, le piu’ colpite sono le donne: sono due terzi di poco piu’ di diecimila casi. E Marco cammina anche per loro. “A me piaceva l’idea di fare un viaggio a piedi cosi’ mi sono messo a studiare percorso e progetto ma volevo avesse un valore sociale. Un’amica mi ha consigliato di rivolgermi all’Associazione italiana sclerosi multipla. D’altronde e’ un progetto basato sul movimento, lo stesso che la malattia impedisce”, spiega mentre saluta volontari e malati a Bari. Cosi’, ha lasciato il lavoro, indossato scarpe da runner, caricato in spalla uno zaino con cambi e il necessario per proteggersi da pioggia e sole e ha iniziato a marciare. Partito da Genova lo scorso 17 marzo – “giorno dell’Unita di Italia”, puntualizza – Marco ora e’ in Puglia. “Il tour finira’ il 30 novembre sempre a Genova. Poi mi toccheranno le isole”, annuncia e chiarisce che in questi mesi ha “imparato a comunicare. Questo e’ un viaggio di comunicazione e sensibilizzazione. Tutti i giorni mi approccio con persone diverse, con persone che non conosco e gioco forza devi imparare a comunicare”. La sua lunga camminata durera’ complessivamente 259 giorni e Marco vorrebbe che fosse “ricordata la forza, la determinazione la positivita’ che viene messa in questo progetto”. Accanto a lui a Bari ci sono i volontari dell’Aism. Maddalena ha scoperto la malattia quando aveva 50 anni e a chi la scopre consiglia di “affrontare tutto con la massima e possibile serenita’ perche’ bisogna avere il sopravvento su queste patologie. Non farsi prendere dalla disperazione perche’ lei e’ forte ma noi abbiamo il dovere di resistere perche’ siamo piu’ forti di lei”. E a nome dei malati chiede “un riconoscimento reale dei diritti perche’ apparentemente sembriamo in perfetta salute, ma si convive con una serie di disturbi visibili”.

 


Pubblicato il 16 Luglio 2019

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