Cronaca

Ghetto dei bulgari, don Franco Catalano: “Le vere vittime sono i bambini”

“L’incendio al ghetto bulgaro non è stato il primo e temo che non sarà l’ultimo. I bambini vivono in condizioni allarmanti”:  sono gli affondi in questa intervista al Quotidiano di don Francesco Catalano, direttore della Caritas della diocesi Foggia- Bovino dopo il recente rogo al campo dei migranti, con una vittima.

Don Francesco, qual è la sua valutazione su quanto accaduto?

“Una tragedia annunciata e penso che non sarà l’ ultimo incendio, viste le condizioni nelle quali si vive e il freddo pungente. Quando le temperature si abbassano è logico riscaldarsi e loro lo fanno in condizioni di fortuna, molto pericolose come si è visto. A questo si aggiunge, come è stato accertato, che talvolta alzano il gomito e si ubriacano. La morte ultima non è frutto di un incidente, ma di un litigio causato da ebbrezza alcolica. Penso che in quel campo, ma non solo in quello, vi sia una specie di combinazione di fattori che determinano alta pericolosità sociale”

Da cosa dipende?

“Chi vive in quello che si chiama ghetto bulgaro, non appartiene al gruppo dei nomadi che girovagano nelle vie della città. La maggior parte di loro lavorano nei campi in modo non sempre rispettoso della legge. Allora prima di tutto occorre una seria, severa e trasparente politica per il rispetto della sicurezza del lavoro in agricoltura e per la cultura della legalità. Inoltre, sull’ultima tragedia influisce anche un aspetto culturale e sociale”

In che senso?

“Molti degli ospiti di quel campo, anche se offri condizioni di vita diverse, le rifiutano, preferiscono campare in quel modo. Per loro è una scelta vivere nel disordine, nella precarietà. Paradossalmente il campo di Rignano è meno disordinato, ed è tutto dire. Qui le vere vittime sono i bambini”.

Perché?

“Vivono nella sporcizia e in situazioni inaccettabili, tra l’amianto, l’umidità e i topi. E non sono neanche scolarizzati. Le autorità competenti dovrebbero intervenire, penso ai servizi sociali o alla Procura. Bisogna salvare e proteggere quei bambini vittime di una pessima situazione. Le assicuro che vivono in condizioni inaccettabili. Negli ultimi tempi ho notato però un maggiore interesse da parte delle autorità”

Intanto si avvicina a grandi falcate il Natale. Come si muoverà la Caritas di Foggia sempre molto attiva e presente?

“Molto, come sempre, lo faranno le singole parrocchie aumentando i pacchi dono. Il 20 Dicembre è prevista una cena di beneficenza, il 22 un pranzo per i poveri, il 24 organizzeremo l’Aperitivo  solidale e la cena della Vigilia e a Natale il pranzo nelle tradizionali parrocchie foggiane”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 13 Dicembre 2016

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