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Formatori pugliesi, di nuovo lo spettro del licenziamento

Nessuna schiarita nella vertenza dei formatori pugliesi che, a partire già dalla prossima settimana potrebbero ritrovarsi in mezzo a una strada, dopo vent’anni e più di servizio dietro le scrivanie e sportelli dei centri dell’impiego della Puglia. Eppure a primavera dell’anno scorso pareva che l’ente avrebbe consentito il mantenimento dei rapporti di lavoro dei formatori in servizio presso i Cpi, individuando “nuovi scenari per il futuro professionale di questi preziosi collaboratori”, come faceva sapere l’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo. Di mezzo, però, c’era e ci sarebbe ancora l’impossibilità tecnica di procedere a ulteriori proroghe o, meglio ancora, stabilizzazioni dei rapporti di lavoro in essere secondo modalità attuate finora. “Valuteremo, insieme alle organizzazioni sindacali, come individuare nuove soluzioni alternative per rendere effettivo e duraturo il rapporto di lavoro dei formatori. Come richiesto anche dalle organizzazioni sindacali, è nostra intenzione valorizzare la decennale esperienza maturata dai formatori in questi anni di servizio”, apriva il cuore alla speranza sempre lui, l’assessore pugliese Leo, ridando vita a centoventotto lavoratori dopo anni e anni di salvataggi all’ultimo minuto, bandi, stipendi in ritardo, cassa integrazione e solite promesse disattese. Oggi la situazione è tinteggiata di nero e da lunedì 27 pv la scadenza dei contratti fa vedere ancora più nero. Però, come sempre, la speranza è l’ultima a morire. Infatti parliamo di dipendenti che hanno dato tutto all’ente regionale affidato a un ex magistrato, lavoratori di fatto reggono e hanno retto le sorti dei centri per l’impiego di tutta la regione negli ultimi vent’anni, prima alle dipendenze delle province e poi dell’ente Regione Puglia. Ebbene, questi lavoratori saranno messi alla porta per lasciare spazio ai nuovi assunti dell’Arpal, mentre all’interno degli uffici del lavoro territoriali, gli unici esperti in dinamiche di orientamento professionale, sono proprio quei 128 formatori che negli anni hanno riempito il bagaglio di conoscenze nel settore. E allora, quando si deciderà di ripartire dalla stabilizzazione di questi ‘precari storici’ prima di riempire gli uffici di nuovi dipendenti titolatissimi, certo, ma con zero esperienza nel settore, alla Regione Puglia? Nonostante le belle parole, anche quest’amministrazione regionale non ha mai fatto chiarezza sulla situazione e prospettive che l’Assessore alla Formazione e Lavoro e Arpal avevano l’obbligo politico, amministrativo e morale di proporre. <<Non spiacerebbe sentire le parole del Presidente della nostra Regione che ha fatto del silenzio la sua tattica nella gestione di questa questione>>, si leggeva in una “lettera aperta” di questi lavoratori. Il lavoro è un sacrosanto diritto sancito dalla sacra Costituzione della Repubblica Italiana, ma forse alla Regione Puglia piuttosto che sistemare dipendenti eternamente precari, fa molto più comodo celebrare selezioni e concorsi per assumere giovani scafati e laureati. Lasciando in ogni caso Arpal/Puglia ancora sotto organico.

Francesco De Martino


Pubblicato il 24 Febbraio 2023

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