Foggiani cittadini? No. Indigeni
Foggia è sporca. Come non lo è mai stata. Nonostante tutti gli sforzi dell’ex amministratore unico ed ormai commissario liquidatore dell’Amica. Questa città sporca e triste, così come il declino irreversibile di quell’azienda per la pulizia e l’igiene della città che una volta ne era un fiore all’occhiello, sono il paradigma di un declino più complessivo, di un degrado che è ormai una deriva. Negli scorsi giorni, abbiamo pubblicato l’interessante denuncia di Cesare Rizzi che da Facebook denunciava il malvezzo di alcune imprese funebri cittadine, che affiggono i manifesti mortuari sulle cabine telefoniche delle strade centrali, abbruttendo quello che dovrebbe essere il cuore pulsante della città, e rendendo un pessimo servigio alla memoria di quei defunti che i manifesti dovrebbero celebrare. Ripresa dal Quotidiano di Foggia, quella segnalazione ha dato la stura a un dibattito intenso, che di seguito cercheremo di riassumere, ma il cui comune denominatore è uno, ed uno solo: Foggia è in crisi, d’accordo. Il Comune è sull’orlo del lastrico. Ma le responsabilità non solo soltanto della classe politica e dirigente. Sono anche dei cittadini, che a questo punto sarebbe meglio chiamare abitanti, residenti, anzi, lasciatecela passare, indigeni. Accidenti. Continua sull’edizione cartacea del Quotidiano di Foggia. Nelle edicole di Foggia e provincia
Pubblicato il 9 Settembre 2010