Foggia, quattordici rinvii a giudizio per il fallimento dell’Amica
Quattordici rinvii a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento dell’Amica, l’ex municipalizzata per la raccolta dei rifiuti travolta da una debitoria di 60 milioni di euro. Lo ha deciso ieri mattina il gup Rita Curci, che ha accolto le richieste dei pm Enrico Infante e Giuseppina Gravina. Il giudice ha ordinato il processo per gli ex presidenti dell’azienda speciale, Elio Aimola e Gianni Ricci, e numerosi componenti dei cda di Amica. Archiviate le posizioni dell’ex vice prefetto Michele di Bari, dell’ex sindaco Orazio Ciliberti e degli ex assessori Italo Pontone, Angelo Benvenuto e Michele Del Carmine, oltre che di Carlo Marconi. Andranno invece a processo Pasquale Santamaria, Elio Aimola, Giovanni Ricci, Michele Simone, Maria Teresa Zingrillo, Saverio Balestrucci, Raffaele Brigida, Fabrizio Cangelli, Mario Mancaniello, Michele Milano, Giuseppe Salvato, Leonardo D’Aiuto, Lucia Murgolo e Fortunato Stati.Il dibattimento inizierà il 24 febbraio. Dall’indagine portata avanti dalla Guardia di finanza, con il coordinamento dei sostituti procuratori Enrico Infante e Giuseppina Gravina, emerge l’accusa per gli imputati, coinvolti a vario titolo dal falso in bilancio alla bancarotta fraudolenta e distrazione di fondi pubblici. Tra le contestazioni dell’accusa quella di “aver omesso di richiedere il pagamento delle somme dovute dal Comune per il conferimento e il trattamento dei rifiuti, mai pagate all’Amica, e d’aver omesso qualsiasi azioni a tutela di questi crediti verso il Comune”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura è finito anche il contratto di servizio tra Comune di Foggia e Amica: secondo i magistrati, dalle casse dell’ex municipalizzata sarebbero stati distratti tre milioni e 100 mila euro.
Pubblicato il 29 Gennaio 2015