Foggia e la sua università 25 anni dopo: “Senza di essa, città più depressa”
Il dirigente di ricerca, Tommaso Campagna fa il punto sui lavori in corso
La qualità urbana è un elemento di attrazione per gli studenti universitari e la loro presenza, d’altro canto, costituisce una risorsa in termini economici, sociali e culturali. Questo è il punto di partenza del progetto della Regione Puglia “Studiare e vivere in città accoglienti e sostenibili”, che è diventato un saggio edito da Franco Angeli e in cui si raccolgono i lavori d’indagine svolti dalle università pugliesi.
Il percorso di ricerca con le amministrazioni comunali, con Adisu e con il coordinamento scientifico di Urban@it è stato presentato a Foggia nella terza tappa pugliese. Si è concluso il primo step- dice Tommaso Campagna, dirigente di ricerca per l’internazionalizzazione, alta formazione, terza missione e orientamento dell’università di Foggia- ne inizia un altro, a braccetto con l’amministrazione comunale. Riguarda progetti di implementazione di attività sul campo per misurarne l’impatto sulla città”. I prossimi risultati fra un anno o due. “Sarà complessa l’attività di misurazione di impatto, cioè il risultato conseguito in termini di crescita sociale, culturale ed economica. L’obiettivo è realizzare il modello della civic university di Goddard, prof dell’università di Newcastle. Riguarda l’università dislocata in tutto il territorio comunale, per esempio, e noi lo abbiamo fatto sin dall’inizio, l’università come una sorta di baule aperto che contiene le competenze messe a disposizione per la crescita.
Qual è la situazione di Foggia?
“Il problema è particolarmente importante per la città di Foggia perché abbiamo 14mila studenti, il 10% della popolazione complessiva cittadina. Bisogna lavorare per consentire a tutti gli studenti di vivere e diventare protagonisti della città. Il fatto che molti siano costretti al pendolarismo non va bene”.
Perché?
“La vita universitaria ha costi importanti per alcune famiglie. Noi vogliamo che l’università sia un vero e proprio ascensore sociale, che non sia solo appannaggio delle classi medio-alte. Molti preferiscono andare su e giù da località lontane come Gargano, Molise, Basilicata. Bisogna consentire loro di risiedere”.
Come?
“Ci sono possibilità, per esempio, di cohousing intergenerazionale, persone anziane che sarebbero felici di ospitare una giovane studentessa. C’è la questione trasporti”. Questo cohousing a Foggia esiste?
“Non è mai partito, è una proposta che faremo il 20 marzo quando ci sarà la giornata nazionale delle università indetta da Crui. Tema è quello delle “università svelate”. Quel giorno ci sarà a Foggia una seduta della giunta comunale dedicata all’università, in occasione anche dei suoi 25 anni. Parleremo anche di questo. Stiamo facendo di tutto per calmierare i prezzi degli affitti. Abbiamo fatto una convenzione con “Cerco Alloggio”, una società cooperativa che media fra studenti e proprietari di appartamenti al fine di imporre che si tratti di contratti regolari e che siano a prezzi convenzionati. Il modello di sviluppo delle città è detto “della quintupla elica”: università e centri di ricerca, amministrazione comunale, imprese, associazionismo sociale e culturale e infine l’aspetto ambientale devono interagire per far crescere un territorio”.
Con le associazioni state svolgendo una proficua attività, penso alla “Città che vorrei”
“L’università sta portando avanti un progetto ambizioso anche attraverso questo laboratorio avviato. Raccoglie i desiderata delle giovani generazioni per una città del futuro adeguata. La collaborazione in occasione della “Città che vorrei”, che faremo nel mese di maggio, è importante, c’è un vivace associazionismo a Foggia. Spesso gli eventi culturali si sovrappongono come orari e come date. Questo indica che deve esserci una migliore programmazione, dall’ altro è indice di crescita della città. È anche lo strumento più efficace per vincere la criminalità quello della cultura”.
La strategia regionale porterà dei frutti?
“Ne sono convinto, è molto positivo che si lavori come un sistema regionale pugliese perché le università vivono in un sistema di quasi mercato, cooperano ma sono anche in competizione fra loro circa il bacino degli studenti. Lavoriamo con le scuole di alta formazione nelle istituzioni, con i Conservatori, Accademia di Belle Arti, Its”.
Quali criticità sono state riscontrate su Foggia?
“È importante che questa strategia sia stata messa nero su bianco in questo saggio e come la Regione intenda poi supportare le università per raggiungere, insieme alle amministrazioni comunali, gli obiettivi. Questo vedendo gli studenti come protagonisti assoluti”.
Problemi di spazi?
“La carenza di spazi è stata evidenziata durante la presentazione del volume dal presidente del consiglio degli studenti. Certo, esiste sia in termini di residenzialità che di spazi studio. A Foggia la Magna Capitanata è una biblioteca ancora chiusa. Stanno mettendo a norma la struttura”.
La Comunità politica per Foggia ha lanciato una petizione. Chiusa da due anni, il Quotidiano di Foggia ha scritto vari articoli.
“La petizione manifesta un’esigenza avvertita da tutta la popolazione per la riapertura il prima possibile, i lavori si stanno facendo. È fondamentale che riapra, non so dal punto di vista tecnico il perché non sia ancora fruibile, sono sicuro che si farà di tutto. È essenziale continuare a destinare tutti gli spazi che sono disponibili in città. Si stanno svolgendo i lavori all’ex distretto militare per farne residenza degli studenti con l’intento di valorizzare anche il giardino alle spalle per aprirlo alla cittadinanza”.
Quale sarà il tema della prossima “Città che vorrei”?
“Il concetto di quest’anno, quello fondamentale per i 25 anni dell’università, è il concetto di cura. Anche il Tedx, che sarà pienamente integrato nella serie di eventi, è dedicato al tema della “Restanza”. Il termine è stato coniato da un prof dell’Università della Calabria. Intende spingere le giovani generazioni a non disperdere questo patrimonio fondamentale, costituito con grande fatica e formato nelle università pugliesi. Succede che giovani formati e brillanti vadano a trovare lavoro altrove. Invece dobbiamo fare di tutto perché questa città sia attrattiva, anche per gli studenti internazionali. Per quanti arrivano dalla provincia bisogna cercare di trattenerli rendendo la città sempre più capace di dare risposte. L’università da sola non ce la fa. Con l’amministrazione il rapporto è di straordinaria rilevanza, costante con gli assessori. Anci ha siglato con la Crui un accordo focalizzato sul rapporto fra università e amministrazioni comunali che sarà poi il tema della giornata del 20 marzo”.
Lo Muzio all’insediamento da rettore disse: No turris eburnea, anche in riferimento al rapporto con le imprese. Come sta andando?
“Tutti i dipartimenti hanno un intenso rapporto di collaborazione per attività di ricerca e sperimentazione con le imprese, sia per l’area grandi progetti dell’amministrazione centrale, sia per l’area orientamento e placement per quanto riguarda l’occupabilità dei nostri laureati”.
In quali campi, soprattutto?
“In campo medico, biomedicale, campo agrario, campo dell’intelligenza artificiale. A breve, verrà conferita la laurea honoris causa a Marcello Salvatori, componente esterno terza missione dell’Ateneo, per l’eccellenza in ambito imprenditoriale”.
Università di Foggia sempre più integrata…
“Anni fa era considerata diversamente, ricordo ancora certi commenti sui canali social in cui la si etichettava come “mangiatrice di spazi”, e la polemica con l’ex Iriip quando si insediò l’area economica. Le cose sono cambiate, l’università è considerata fondamentale per sviluppo. La stessa Foggia senza di essa sarebbe molto diversa, molto più depressa, lo possono dire tutti i cittadini oggi”.
Novità sull’ex caserma Miale?
“L’area tecnica sta lavorando su questo. Confido che nel giro di due o tre anni si potranno spostare tutto il rettorato e la direzione generale. Si potrebbe avviare una scuola di dottorato nel cuore della città”.
Ma la rivalità con Bari com’è dietro le quinte?
“Come dappertutto, anche in Lombardia ci sono università molto vicine anche geograficamente. È una competizione fruttuosa, la concorrenza dà sempre risultati favorevoli. Quello che è bello nell’università è che la competizione è anche cooperazione. Oggi la nostra università è vista con grande favore, si evince dai riconoscimenti che abbiamo anche al livello nazionale. Penso al Ffo, il fondo di finanziamento ordinario delle università che viene dato in anche in base ai risultati conseguiti. Foggia, con altre cinque università, quest’anno, è stata la migliore in assoluto”.
Paola Lucino
Pubblicato il 14 Marzo 2025