Fitto mette in campo il “Dl Sud” per rendere più efficienti i fondi di sviluppo e coesione
Le nuove misure che comprendono anche la costituzione di una Zes unica per il Mezzogiorno e l'assunzione complessiva di 2200 unità a tempo indeterminato per far fronte alle necessità procedurali del Fsc
Nella seduta di ieri il governo di centrodestra guidato dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni, su proposta del ministro pugliese, Raffaele Fitto, ha approvato un decreto-legge recante “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese” (c.d. DL Sud) che introduce una serie di misure dirette a creare, nelle aree del Sud Italia, le migliori condizioni per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico. Infatti, in premessa alla nota illustrativa del decreto legge per il Sud, si rileva che “gli storici ritardi dell’Italia nell’impiego delle risorse europee impongono un cambio di rotta nell’organizzazione delle risorse e degli strumenti destinati alle politiche di coesione”, ricordando a tal proposito il fatto che l’avanzamento finanziario della programmazione 2014-2020 a febbraio di quest’anno era pari al solo 34 per centro in termini di pagamenti. Ciò perchè il sistema finora in essere prevedeva prima l’assegnazione delle risorse e solo dopo la programmazione degli interventi, a detrimento degli obiettivi di coesione e sviluppo verso cui sono destinati i fondi di sviluppo e coesione. Quindi, – si legge nella nota ministeriale esplicativa del decreto per il Sud – al fine di consentirne un più efficace e razionale utilizzo delle risorse dedicate alle politiche di coesione, il Capo I del decreto rafforza il coordinamento tra le risorse europee e nazionali per la coesione, le risorse del Pnrr e le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, in coerenza con le Raccomandazioni Specifiche per l’Italia della Commissione europea, mediante la previsione degli “Accordi per la coesione”, il rafforzamento del Sistema di monitoraggio unitario per le politiche di coesione e il Pnrr e della trasparenza dei dati, nonché introducendo una nuova disciplina per i Contratti Istituzionali di Sviluppo. Obiettivo dichiarato del ministro Fitto e, quindi, de governo Meloni è costituire “un percorso di programmazione condivisa tra Regioni e Governo che assicura l’unitarietà strategica degli interventi ed il pieno rispetto delle finalità dei fondi, connesse alla riduzione dei divari territoriali”. Lo strumento per tale obiettivo è “l’accordo per la coesione” per l’appunto, poiché “rappresenta un nuovo strumento di programmazione di tipo negoziale, che prevede la stipula di specifici accordi tra il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr ed i Ministri interessati ovvero i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome”, con la cui partecipazione ed indicazione diretta saranno definiti gli obiettivi di sviluppo ed i relativi interventi. A rafforzamento di un corretto ed efficace utilizzo delle risorse in questione, il governo ha previsto di utilizzare per il monitoraggio lo stesso sistema informatico adottato per il Pnrr (ReGiS), anche al fine di semplificare gli adempimenti in capo ai soggetti attuatori, che fino ad oggi erano chiamati ad alimentare diverse banche dati a seconda della fonte di finanziamento. Il Decreto per il Sud, inoltre, istituzionalizza il portale web unico nazionale per la trasparenza delle politiche di coesione “OpenCoesione”, ai fini di sostenere la trasparenza e garantire a tutti i cittadini l’accesso ai dati relativi alla programmazione e attuazione degli interventi finanziati dalle politiche di coesione, Infatti, sul citato portale è prevista anche la pubblicazione sul gestito dal Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei documenti di programmazione delle risorse nazionali per la coesione unitamente agli analoghi dati per i Programmi cofinanziati dalle risorse europee per la coesione ai sensi dei regolamenti vigenti. Nella nota esplicativa si fa presente che il decreto varato ieri dal governo Meloni, inoltre, ripristina il valore strategico dei Cis (Contratti Istituzionali di Sviluppo),consentendone la sottoscrizione esclusivamente per la realizzazione di interventi di valore complessivo non inferiore a 200 milioni di euro, a conferma che il Cis è uno strumento di attuazione rafforzato delle politiche di coesione e non di programmazione. Nel Capo II del DL Sud il governo innova la Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, che oggi riguarda solo 1.824 comuni abitati da circa 4 milioni di cittadini rispetto ai 4.000 comuni delle aree interne, dove risiedono invece circa 14 milioni di cittadini e verso cui si proietta l’azione amministrativa che sarà declinata anche nello stesso “Piano strategico nazionale delle aree interne”. Nello stesso Capo sono incluse disposizioni dedicate alla risoluzione di criticità relative alle isole di Lampedusa e Linosa, che – come è noto – sono interessate dalla presenza di una situazione di grave disagio socio-economico determinata dal fenomeno migratorio che sta interessando tali Comuni insulari. Il Capo III istituisce la nuova Zona Economica Speciale (ZES) comprendente l’intera area del Mezzogiorno e che, dal 1° gennaio 2024, sostituirà le attuali 8 aree Zes di aree parziali del Sud Italia. L’ultimo Capo del DL per il Sud prevede il rafforzamento della capacità amministrativa per la realizzazione delle politiche di coesione. Per fare ciò il governo ha previsto complessivamente un’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 unità di personale, di cui 71 risorse a livello centrale, 250 per le Regioni e 1.879 per i Comuni. Per il governo, quindi, l’obiettivo dichiarato è evitare che questo nuovo ciclo di programmazione possa subire le medesime difficoltà che in precedenza hanno determinato gli i ritardi che hanno contraddistinto il nostro Paese nell’impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione. E la speranza, quindi, è che con le misure previste con il recente “DL per il Sud” tale obiettivo possa avverarsi.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 8 Settembre 2023