Primo Piano

Favorirono la latitanza del boss di Vieste, la Dda chiede sei condanne

Marco Raduano fu arrestato nel 2024 dopo l'evasione dal carcere di Nuoro

La Dda di Bari ha chiesto condanne da uno a quattro anni di reclusione per sei imputati (a processo in abbreviato) che, tra il febbraio 2023 e il 2024, avrebbero aiutato la latitanza del boss di Vieste Marco Raduano, detenuto dopo una condanna all’ergastolo, evaso dal carcere di Badu ‘e Carros (Nuoro) il 24 febbraio 2023 e arrestato in Corsica il 2 febbraio 2024. Nello stesso giorno fu arrestato in Spagna anche il suo braccio destro, Gianluigi Troiano, latitante dal 2021. Oggi sono entrambi collaboratori di giustizia. Agli imputati sono contestati a vario titolo i reati (tutti con aggravante mafiosa) di favoreggiamento, traffico internazionale di stupefacenti e danneggiamento a seguito di incendio. Nell’inchiesta coordinata dal pm Ettore Cardinali, infatti, oltre agli “appoggi logistici e coperture” per Raduano, sono contestati anche il traffico di droga dalla Spagna al Gargano organizzato da Raduano e Troiano, e l’incendio di una macchina della madre di un collaboratore di giustizia, avvenuto il 31 ottobre 2023 a Vieste. La pena più bassa, di un anno, è stata chiesta per Raduano e Troiano, anche in virtù del loro status da collaboratori di giustizia. Quella più alta, a quattro anni, per il 32enne di San Giovanni Rotondo Domenico Antonio Mastromatteo. Tre anni e quattro mesi sono stati chiesti per Antonio Germinelli (34enne), tre anni per Michele Gala (38 anni), due anni e quattro mesi per il 32enne Marco Rinaldi e due anni per il 29enne Matteo Colangelo. La sentenza è prevista per giugno. Nel corso del suo anno di latitanza, Raduano sarebbe stato aiutato con “appoggi logistici e coperture, ospitalità anche per tramite di terzi, apparecchi telefonici anche criptati”, gli sarebbero state fornite un’Alfa Romeo e una Bmw, oltre che “denaro e beni di ogni genere, informazioni sulle ricerche delle forze dell’ordine, aiutandolo a sottrarsi alle ricerche dell’autorità giudiziaria e all’esecuzione della pena”, come si legge dal capo d’imputazione.

 


Pubblicato il 21 Maggio 2025

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Questo si chiuderà in 0 secondi