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Erosione Costiera, 56 lidi pugliesi collaborano con il Progetto Stimare

Sono 56 sinora, distribuiti da nord a sud, lungo la dorsale jonica-adriatica, i lidi balneari pugliesi che collaborano con il Progetto di ricerca Stimare, dedicato allo studio del fenomeno dell’erosione costiera. Concepito dal Politecnico di Bari e dall’Università di Bologna e finanziato con 340 mila euro dal Ministero dell’Ambiente, il progetto vede il diretto coinvolgimento del Comune di Margherita di Savoia in Puglia (comune in cui il fenomeno è fortemente avvertito); Cervia e Riccione in Romagna. Di durata biennale, avviato sul finire del 2018, il progetto assicura essenzialmente tre aree di ricerca: opere innovative di protezione dei litorali, sistemi di monitoraggio costiero e metodi di valutazione del rischio. Il progetto (che copre solo le spese di studio e ricerca) ha indotto le due università a sviluppare necessarie sinergie con il territorio e con gli stakeholders per la realizzazione di impianti pilota e l’acquisto di attrezzature al fine di valutarne l’efficacia. E al progetto-studio infatti, hanno fornito, successivamente, la collaborazione altri centri costieri pugliesi. Sull’impianto pilota di Margherita di Savoia, sono stati discussi con la Regione Puglia i dettagli operativi e a breve saranno avviate le attività sul campo mentre i test di laboratorio delle opere previste (simulazione con canale di moto ondoso) sono già a buon punto di avanzamento. Oltre all’impegno del Comune di Margherita e della Regione Puglia, sono in atto altre iniziative a cui il Poliba partecipa con finalità di studio del fenomeno erosivo costiero, tra questi quella avviata nel Comune di Monopoli, in due distinti luoghi: presso lido “Pantano”, a nord della città e la spiaggia pubblica di “Cala Porta Vecchia”, a sud, all’esterno della cinta muraria. Gli interventi consistono nella ricostruzione della spiaggia mediante una tecnica fin qui poco usata che consiste nel prelievo di sabbie da bassi-medi fondali mediante aspirazione e nel successivo rilascio dei sedimenti sulla spiaggia emersa. A differenza dei ripascimenti artificiali, eseguiti con prelievi in acque profonde e con notevoli quantità di sabbie, l’intervento proposto punta a movimentare modiche quantità di sedimenti, senza alterare in modo significativo i fondali. In definitiva, è una sorta di azione di “manutenzione” delle spiagge, con costi contenuti e ripetibile periodicamente. Operativamente si tratta di “pettinare” i fondali asportando gli strati superficiali del fondale e, successivamente di pompare la sabbia aspirata sul bagnasciuga, aumentando così la superficie di spiaggia fruibile. I tempi di lavorazione sono piuttosto contenuti e, con alcuni accorgimenti operativi, è possibile intervenire anche durante la stagione balneare senza arrecare particolari disturbi alla operatività turistica dei lidi. Nel caso di Monopoli, lido “Pantano”, dove il lavoro è stato già completato ha visto con un incremento della spiaggia di circa 20 m mentre i lavori della spiaggia libera di “Cala Porta Vecchia”, sono in fase di conclusione. Fra le azioni di monitoraggio post-opera previste, è stata già installata una webcam per analizzare gli spostamenti della linea di riva. La tecnica utilizzata, già sviluppata dai ricercatori del Politecnico e sperimentata con l’Autorità di Bacino in altri siti pugliesi, verrà presumibilmente utilizzata su altri lidi, con il contributo economico dei concessionari demaniali che, già interpellati, hanno dato il loro assenso a sostenere l’iniziativa di monitoraggio della linea di riva. I dati raccolti saranno messi in rete (costituzione di un Osservatorio) con il supporto del Politecnico di Bari.


Pubblicato il 24 Luglio 2019

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