Eremiti di Puglia, la memoria pallida
Dei tanti eremiti che popolarono gli anfratti della nostra terra resta memoria solo in scarni toponimi
Terra di grande tradizione religiosa e di passaggio per i tanti romei che dal nord dell’Europa si dirigevano verso la Terra Santa, la Puglia ha sempre attratto gli eremiti, quei mistici che, liberi dall’osservanza di alcuna ‘regola’ codificata, si ritiravano in solitudine per consacrarsi all’Assoluto. Per loro natura, questi uomini fuggivano l’attenzione del prossimo e quando i rari pastori, pescatori o viandanti li avvicinavano, essi tacevano il proprio nome, nel desiderio di morire a sé stessi ed annullarsi nella contemplazione della Vergine o di una figura santificata. A parte poche eccezioni (San Paolo, San Gerolamo, San Benedetto da Norcia, Santa Rosalia…), ciò ha fatto sì – da noi come altrove – che degli eremiti non sopravvivesse memoria storica. Così, le uniche tracce del loro transito terreno restano nelle scarne indicazioni dei toponimi. La Grotta dell’Eremita, a Otranto, per esempio. A Polignano c’è più di un toponimo in tema : Lo Scoglio dell’Eremita corrisponde all’Isolotto di San Paolo. Lungo la stessa scogliera si aprono due antri chiamati Grotte dell’Eremita. Sull’isolotto chiamato La Chiesa (una delle isole Pedagne, il cui complesso forma il micro arcipelago che la natura ha posto a difesa dell’imboccatura del porto di Brindisi), invece, trova posto la Grotta dell’Eremita. Sulle pareti di quest’ultima restano deboli tracce di affreschi in cui forse si rappresenta la Natività. L’antro fungeva da dormitorio ; all’esterno, a poca distanza, lo stesso eremita aveva creato un sistema di raccolta e conservazione delle acque piovane, probabilmente modificando una predisposizione della superficie rocciosa. Il religioso che si consacrò a pregare in questo anfratto spesso dovette vedersela brutta. La Chiesa è niente più che un piccolo, piatto affioramento, elevato sul mare di pochi metri, per cui, quando l’Adriatico lo flagella, l’isola scompare sotto i flutti. Come abbia potuto un uomo (una donna ?…) a sopravvivere così a lungo da costruire una cisterna ed affrescare la breve spelonca – difendendo entrambe le cose dalla furia dei marosi – resta un mistero. Ma stava meglio il suo ‘collega’ di Polignano ? Nelle grotte, anche col mare quieto, non era possibile godere della luce del sole ; e l’acqua consentiva di muovere qualche passo solo sotto la volta rocciosa, vietando quella celeste. Ma si stava meglio in cima allo Scoglio di San Paolo ? L’assenza di incavi nella roccia suggerisce l’idea che quell’eremita dormisse all’addiaccio, difeso solo da un muretto a secco elevato alla bisogna ; una capanna o una tenda non avrebbero mai retto all’impeto di un maestrale o d’una tramontana. – Nell’immagine, ‘San Paolo Eremita’, tela dipinta tra il 1652 e il 1655 da Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Collocazione dell’opera : Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Italo Interesse
Pubblicato il 25 Marzo 2023