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Ecco chi sono i pugliesi schierati a sostegno dei due aspiranti segretari

La sfida pugliese ai gazebo tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein potrebbe essere il vero rebus del Partito democratico nella nostra, per testare quanto realmente è radicato tale formazione politica nella nostra regione e, soprattutto, per capire quanto i big pugliesi dei dem siano in grado di trascinare al proprio seguito iscritti e semplici simpatizzanti. Un test che non sarà di certo facile da interpretare per i due sfidanti in campo, ovvero Bonaccini e Schlein, che nel primo round tra i tesserati in Puglia hanno raccolto il primo circa il 52%  dei consensi e la seconda poco più del 39%. Il voto di domenica prossima, però, potrebbe o allungare le distanze tra i due aspiranti segretari oppure accorciarle. Ma vediamo come si presenta il parterre di nomi ‘pesanti’ del Pd che in Puglia sostiene Bonaccini e quello della Schlein, che non può dirsi da meno almeno sul piano elettorale, visto che senza una squadra al pari di quella organizzata dal governatore pugliese, Michele Emiliano, e dal sindaco di Bari e Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, è riuscito comunque ad attestarsi quasi al 40% dei voti degli iscritti pugliesi al Pd. Nella nostra regione con il presidente dell’Emilia Romagna ci sono, oltre ad Emiliano e Decaro, ad esempio, anche il capogruppo in Consiglio regionale, Filippo Caracciolo ed il vice presidente della Giunta regionale, Raffaele Piemontese. Ma ci sono anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ed il segretario regionale uscente del Pd, l’on. Marco Lacarra, insieme a tanti altri sindaci, assessori e semplici consiglieri regionali e comunali. Con Schlein, in Puglia, il nome di maggior spicco è quello dell’ex ministro agli Affari regionali del governo “giallo-rosso” di Conte, nonché responsabile nazionale uscente agli Enti locali della segreteria Letta, il sen. Francesco Boccia, che insieme alla presidente dem dell’Assemblea regionale, la salentina Loredana Capone, rappresentano nella nostra regione le figure di punta della ex-vice di Bonaccini alla guida della Regione Emilia-Romagna ed ora sua contendente per la guida del Pd nazionale. Anche insieme a Boccia e Capone ci sono una miriade di altri esponenti locali del partito, che domenica prossima dovrebbero mobilitarsi per tentare di mettere la freccia e tentare (è il caso di dire!) il sorpasso a sinistra di Bonaccini nei 365 seggi pugliesi allestiti per le Primarie alla segreteria nazionale del Pd. Primarie che, in questo caso, sarebbe più corretto definire secondarie, in quanto una prima scrematura è già stata effettuata nei congressi di circolo, svoltisi – come è noto – tra il 3 ed il 12 febbraio scorso. Comunque, ha dichiarato Emiliano, “le primarie sono un modo attraverso il quale gli italiani che vogliono partecipare ad eleggere il segretario del Partito Democratico possono esprimere il loro punto di vista”. E, proseguendo, il governatore pugliese ha aggiunto: “Il fatto che il Pd, nonostante avesse deciso di perdere le elezioni alle ultime politiche, ha comunque preso quasi il 20% dei voti, oltre ad essere quasi un ‘miracolo’, vuol significare che c’è una parte del Paese che non molla. Certo è una parte un po’ depressa”. L’auspicio di Emiliano è “che il nuovo segretario e più in generale tutta la comunità del fronte progressista, (perché – ha sottolineato il governatore – non possiamo mai ragionare solo come Pd), possa far passare la ‘depressione a quegli elettori, e mettere un po’ di entusiasmo come abbiamo fatto negli ultimi 20 anni in Puglia”. “Non è stato facile – ha concluso Emiliano – creare entusiasmo nei governi dove il Pd ha svolto un ruolo centrale, insieme alle liste civiche ed oggi insieme al Movimento Cinque Stelle. Lo abbiamo fatto con un grande lavoro quotidiano basato sulle persone”. E quest’ultimo riferimento è chiaramente alla Puglia, dove Emiliano è riuscito per ben due occasioni consecutive (2015 e 2020) a farsi eleggere governatore non soltanto contro il fronte di centrodestra, ma anche contro il M5S, poi recuperato al suo fianco in Consiglio regionale, però agli inizi del 2021. Il sindaco di Bari, Decaro, in una recente intervista ha invece affermato che da lunedì prossimo il Pd dovrà essere “un soggetto politico in cui riconoscersi e a cui chiedere soluzioni concrete”. Come, per Decaro, ha fatto Bonaccini che “per tanti anni ha guidato territori importanti senza mai tradire i valori progressisti e riformisti”. Infatti, per il Primo cittadino barese, i sindaci eletti con il Pd in questi anni hanno dimostrato “di avere un’idea di Paese e di saperla realizzare nei fatti”, ricordando alcuni sindaci dem hanno vinto le elezioni anche nella stessa tornata in cui il Pd nazionale le perde. Perciò la richiesta dei sindaci dem schierati (come lui) con Bonaccini non è nè posti, nè garanzie, ma solo che il Pd ascolti quello che essi hanno da dire e, di conseguenza, valorizzi le tante esperienze di qualità”. Insomma, una scelta che pur dichiarando di non volere posi e garanzie politiche è comunque “pro domo loro”, perché chiedono comunque di essere valorizzati, che in politichese significa posti di livello superiore a quello già occupato. Decaro inoltre, nell’intervista, condivide il pensiero del presidente dell’Emilia-Romagna quando dice che “il gruppo dirigente che ci ha portato in questa situazione deve lasciare spazio a nuove energie”. E guardando ai prossimi giorni sottolinea: “Domenica i cittadini interessati al futuro dell’Italia sceglieranno un segretario del Pd in grado di guidare un’opposizione forte e credibile alla destra e di far vincere la sinistra alle prossime elezioni. Bonaccini può essere questa occasione per il partito e per il Paese”. Un messaggio a Renzi e Calenda? “Il governo Meloni sta compiendo scelte molto gravi e antipopolari sulla scuola, sulla sanità, sui diritti essenziali tanto più in momenti di crisi economica come l’attuale. Mi piacerebbe – ha concluso Decaro – che su queste cose e su tante altre riuscissimo a fare opposizione insieme”. Invece, per Boccia, che oltre ad essere il capofila pugliese è anche il coordinatore nazionale della mozione Schlein, “queste primarie danno il senso anche di due linee alternative”. Infatti, ha spiegato il senatore dem biscegliese, “la linea di Elly Schlein è una linea molto chiara di sinistra larga, unita, che dice con chiarezza che ci sono stati alcuni errori. Aver sostenuto i governi della ‘large intese’ è stato un errore. Un’autocritica che dobbiamo fare”. Inoltre, “quando c’è un congresso – ha aggiunto Boccia – non bisogna mettere la testa sotto la sabbia”, rilevando che “la mozione avversa tende a rimuovere le responsabilità che ci sono e che hanno caratterizzato il sostegno ai governi in cui c’era un pezzo di centrodestra” Mentre su quelli che possono essere le aspettative numeriche in termini di votanti alle primarie del Pd, in programma domenica 26 febbraio, per Boccia “comunque vada ci guadagnerà la democrazia”. Lasperanza è che comunque almeno un milione di persone vadano a votare, “perché – per l’esponente dem pugliese a Palazzo Madama – sarà un altro segnale di vitalità”. Su un possibile ticket tra Bonaccini-Schlein all’esito del voto, Boccia ha sottolineato che “non si deve parlare di ticket”, perché trattasi di “due linee politiche alternative dentro il perimetro del centrosinistra”. Infatti, ha concluso Boccia, “chi vince ha il dovere di indicare la rotta; chi perde ha il dovere di rispettare il volere degli elettori”.  Ma sarà davvero così dopo il 26 febbraio nel Pd pugliese? Infatti, comunque vada tra Bonaccini e Schlein, il governatore pugliese si è già “attrezzato”, con l’elezione unitaria a segretario regionale dem del suo vice-Capo di Gabinetto, Domenico De Santis, per continuare a gestire il Pd locale verosimilmente al pari del passato, con o senza la sponda di Decaro.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Febbraio 2023

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