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E’ “guerra” aperta tra Emiliano e il neo gruppo di Azione

Seduta di Consiglio regionale aperta e poi terminata su esplicita richiesta del governatore Michele Emiliano, intervenuto solo per rivendicare alla maggioranza, nell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, il posto del consigliere Sergio Clemente, passato – come è noto – all’opposizione nel neo-gruppo di “Azione”. Infatti, in apertura dei lavori, il Presidente della Regione, Emiliano, ha chiesto al consigliere Clemente, che però era assente nella seduta consigliare di ieri, “ un passo indietro” dalla funzione di componente e segretario  nell’ambito dell’Ufficio di Presidenza, al fine di ripristinare la quota di rappresentanza spettante alla maggioranza di governo della Regione Puglia, così come indicata dallo Statuto regionale che sovrintende al governo del  Consiglio.  Come si ricorderà, il consigliere Clemente agli inizi di dicembre scorso è transitato, insieme a Fabiano Amati e Ruggero Mennea del Pd, dalla lista civica di centrosinistra in cui è stato eletto nel 2020 al neo-gruppo consiliare di Azione, che il presidente Emiliano, in quanto a capo della coalizione di governo, non considera far parte della maggioranza che lo sostiene. Non si è fatta attendere la replica ad Emiliano del consigliere Amati, che del gruppo Azione è componente, oltre che Commissario regionale, per ricordare che lo Statuto preveda l’istituto della sfiducia di un componente dell’Ufficio di Presidenza solo per “gravissimi motivi”, che in questo caso – per Amati – sono impossibili da ravvisare in un cambio di posizionamento politico, visto lo stesso Statuto prevedere che i consiglieri non abbiano vincolo di mandato. Infatti, alle obbiezioni del presidente Emiliano, che ha chiesto ai consiglieri del partito di Calenda e Renzi di sedersi tra i banchi dell’opposizione e al consigliere Clemente di dimettersi dal ruolo di componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, Amati ha precisato che “dal punto di vista ordinamentale, l’Ufficio di Presidenza, quindi le Istituzioni, la rappresentanza, la Costituzione della Repubblica italiana, è un ufficio imparziale, non è soggetto a queste questioni. Se fosse soggetto, ne determinerebbero gravi motivi, per cui si potrebbe sfiduciare ogni componente”. E, proseguendo, Amati in aperta polemica con Emiliano ha dichiarato: “Presidente io mi siederò pure a terra qualora si esaminino le leggi sulle liste d’attesa, sulla pianificazione urbanistica, un po’ di leggi che servono a questa Regione, che sono utili a questa Regione e che magari si facessero”. Perché “non è – ha spiegato Amati – una questione di posizionamento o di allocazione che fa la sostanza della politica. Solo nei giochi di società o nei giochi di potere è il posizionamento che fa l’Amministrazione pubblica o la politica, ma io mi sono già dimesso dai giochi di potere anni fa, perché, non so se ha notato, noi fondiamo tutto sugli argomenti di merito, non ci sentirà mai parlare dei giochi di potere, prendiamo tre dalla destra, prendiamo i 5 Stelle, li portiamo qua e allora tutto va bene”. “Qui – ha aggiunto il responsabile pugliese di Azione – la questione è che c’è un Ufficio di Presidenza che nel momento in cui lo eleggi è inamovibile ai sensi della nostra Costituzione”. Per poi concludere: “Cari colleghi, l’Ufficio di Presidenza è quello. Se il collega Clemente vorrà, nell’ambito della sua potestà, dimettersi, sarà un problema suo, ma voi non potete organizzare” la sua espulsione. Critiche al presidente della Regione sono giunte da capogruppo Francesco Ventola, del partito di Giorgia Meloni (Fdi) alla Regione, che con una nota ha tra l’altro dichiarato: “Noi siamo stati eletti per legiferare e cercare di risolvere i problemi dei pugliesi. Dopo tanto tempo abbiamo avuto la presenza del presidente Emiliano che avrebbe dovuto darci maggiore forza come Consiglio e invece lui è venuto per chiedere il rinvio sine die del Consiglio, sino a quando non viene ristabilito un equilibrio politico all’interno dell’Ufficio di presidenza”. Per poi concludere: “Oggi avremmo gradito anche maggiore tutela e garanzia dalla presidente Capone, doveva mettere in condizioni il Consiglio di poter svolgere a pieno le proprie funzioni”. Critica con il governatore anche la consigliera Antonella Laricchia del M5s, che – come è noto – rispetto al resto del suo gruppo non fa parte della maggioranza, essendo rimasta all’opposizione, coerentemente a quanto avvenuto in campagna elettorale. Infatti, con una nota Laricchia ha commentato: “l’essere in maggioranza o in opposizione non lo decide il singolo consigliere regionale, o la forza politica o, meno che mai, un consigliere per un altro consigliere”, poiché – per la pentastellata Laricchia – “questa decisione la prendono gli elettori, al momento del voto, mandando in maggioranza la coalizione che vince e all’opposizione quelle che perdono” e “tutto il resto è trasformismo”. Per cui, per Laricchia, “tutti i consiglieri eletti nella coalizione di Emiliano hanno il diritto di restare in maggioranza, perchè legittimati dal voto popolare” e “per lo stesso motivo – ha sottolineato Laricchia – io resto all’opposizione, nonostante la scelta differente della forza politica con cui sono stata eletta, scelta spregevole, ma questo l’ho ampiamente commentato e oggi aggiungo fallimentare, come ha dimostrato l’esito elettorale in Lombardia dove il M5S, presentatosi in coalizione con il Pd, è passato da 13 a 3 eletti”. Lo spettacolo in aula di Emiliano – ha rilevato in conclusione Laricchia – “è stato imbarazzante”. Ovvero “un presidente sempre assente sui temi della vita quotidiana dei pugliesi, ma in primo piano sulle sue questioni personali”. A difesa del governatore si sono fatti sentire il capogruppo del Pd, Filippo Caracciolo, e il gruppo civico dei sei consiglieri (Tupputi, Lacatena, Delli Noci, Lopane e Leoci) di “Con” che, dopo aver ribadito le ragioni della richiesta di Emiliano, hanno affermato: “Coerenza e dignità imporrebbero al gruppo di Azione un passo indietro immediato e non il teatrino offensivo, delle istituzioni e dei pugliesi, che continuano a fare”. Per in fine ricordare ai colleghi di Azione quanto scriveva il filosofo Baltasar Gracian, che sosteneva: “non aspettare di essere un sole che tramonta”. “Perché – per gli esponenti di “Con” – è quella la meta di chi cammina sempre sul filo dell’’ambiguità e dell’opportunismo”. Anche per Caracciolo “serve che, nel rispetto dello statuto, si ristabilisca il naturale equilibrio tra maggioranza e opposizione e allo stesso tempo è necessario che si agisca con coerenza”. Quindi, per il capogruppo del Pd alla Regione, “bene ha fatto il presidente Emiliano a sollevare una questione delicata e fondamentale per il funzionamento stesso del consiglio regionale”. Avvertendo, in fine, che “la maggioranza è chiamata a ristabilire il necessario equilibrio” e “qualora il consigliere Clemente dovesse decidere di restare al suo posto, si procederà con la votazione del nuovo componente dell’ufficio che andrà a sostituire Giandiego Gatta, eletto alla Camera in Forza Italia”. Come dire che, se Clemente don dovesse dimettersi, la maggioranza si rifarà prendendosi il posto in precedenza assegnato al rappresentante forzista nell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea pugliese.  La seduta si è sciolta a seguito dell’approvazione di rinvio, come richiesto nell’intervento dal governatore Emiliano, ed aggiornata al prossimo 28 febbraio.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Febbraio 2023

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