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Disoccupazione al 19,8%: bruciati 81mila posti dilavoro in Puglia

L’economia pugliese attraversa una “fase di transizione” in cui, nonostante il 2013 sia stato “segnato dalla recessione”, con la “riduzione del 2,4% del valore aggiunto in regione (-2,6% nel 2012) e dell’1% del fatturato delle imprese (-2% nel 2012)”, si registrano “segnali positivi” sotto il profilo della “fiducia e delle prospettive future”. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Banca d’Italia sulla economia della Puglia, presentato a Bari alla presenza, tra gli altri, del responsabile della filiale pugliese, Giorgio Salvo.
Secondo i dati dello studio, le imprese pugliesi lo scorso anno hanno “contratto gli investimenti del 18%”, riducendo anche l’utilizzo dei propri impianti “dal 71 al 67 per cento”.
L’export continua a rappresentare “la chiave” per uscire dalla crisi e, anche se nel 2013 il valore è stato inferiore del 10,4% rispetto al 2012, tra il primo e il quarto trimestre dello scorso anno le esportazioni sono cresciute del 23%”. Inoltre, il 45% delle oltre 300 imprese con almeno 20 addetti, oggetto dello studio di Bankitalia, ha confermato che “nei prossimi tre anni intende espandersi all’estero”.
“Continua” invece a “scendere” il valore della produzione delle imprese di costruzioni, segnando un -5% che determina un calo del 6,8% del valore aggiunto” del settore. Le compravendite delle abitazioni si sono “ancora ridotte” nel 2013: -5,8% con una “flessione dei prezzi imobiliari del 6,9%”. E per “effetto dell’arretramento del mercato immobiliare”, le erogazioni di nuovi mutui abitativi sono scese “a poco meno di un miliardo di euro: dal picco del 2007 la riduzione è stata del 62%”.
In generale il “credito ai residenti in Puglia è diminuito del 3,4%”, e i finanziamenti alle imprese si sono ridotti sia per le imprese con meno di 20 addetti (-2,5%) sia per le altre (-3%).

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Pubblicato il 18 Giugno 2014

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