Disagio psichico, a Foggia “La Casa di Antonio e Margherita”
Taglio del nastro a Foggia, in via Leone XIII, per il primo centro diurno pugliese pubblico, destinato all’accoglienza, la tutela e la riabilitazione del disagio psichico. “La casa di Antonio e Margherita”, inaugurata alla presenza dei vertici aziendali della ASL FG e del sindaco di Foggia Franco Landella, è stata fortemente voluta dalla Azienda Sanitaria Locale di Foggia che si avvale della collaborazione dell’Associazione NOOS. “Questo centro – ha commentato commosso Attilio Manfrini, direttore generale della ASL FG – ha una storia particolare. Qui dentro c’è molta professionalità ma anche tanto cuore. Da tempo dovevamo partire con il progetto, ma ogni volta c’era qualcosa che mancava e allontanava l’avvio di questa realtà. Tutti però ci abbiamo creduto fortemente e perciò è stato possibile superare ogni difficoltà. Questa è una esperienza dove si compenetrano l’elemento sanitario e quello sociale. Il centro non è un parcheggio, ma un percorso di vita”. D’accordo il sindaco di Foggia che ha apprezzato l’aspetto sociale e solidale dell’iniziativa: “E’ un presidio non solo di assistenza, ma di solidarietà, donato alla comunità di Foggia. Rappresenta infatti soprattutto un momento di solidarietà per le famiglie, all’interno delle quali spesso si presentano fenomeni di isolamento, in cui non sempre le istituzioni riescono a penetrare”. “La Casa di Antonio e Margherita” è una struttura semiresidenziale aperta dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle ore 16.00. L’attività è volta alla ricerca di soluzioni possibili per un percorso di piena integrazione sociale. “Le idee vanno irrorate ogni giorno con azioni concrete. È quello che questo centro si prefigge di fare” ha infatti chiarito Clara Ciuffreda, coordinatrice del Centro che si propone di creare le condizioni emotive e psicologiche ideali, affinché gli utenti possano condurre una vita affettiva, familiare e sociale migliore, recuperando quelle abilità che sono andate perdute. “Qui sono rappresentati tutti i punti dei vista: associazioni, pazienti, famiglie, operatori del pubblico e del privato – ha spiegato Matteo Giordano, direttore del Dipartimento di Salute Mentale -. Questa compresenza darà la possibilità di affrontare le cose da un punto di vista più ampio rispetto alla visione prettamente psichiatrica, che è corretta, ma forse relativa, rispetto ad un qualcosa di così profondamente umano come la sofferenza psichica”. A comporre l’equipe un’assistente sociale, tre educatrici, un fisioterapista, un operatore sociosanitario, un autista ed una cuoca; ad assicurare l’assistenza specialistica, invece, gli psichiatri dei Centri di Salute Mentale.
Pubblicato il 12 Marzo 2015