Consorzio del Gargano, Flai Cgil a Bari per l’occupazione, ma restano criticità
Soci scontenti della gestione, sindaci chiedono più servizi e condivisione
Il Consorzio del Gargano al centro dell’incontro in IV commissione regionale per affrontare le criticità degli ultimi mesi. Le ha evidenziate la Flai Cgil, che a luglio aveva richiesto un’audizione. I rapporti fra la dirigenza dell’ente e i lavoratori sono alquanto tesi, in particolare per la possibilità, che era stata avanzata l’anno scorso, della costituzione di una società in house per lo svolgimento di alcune funzioni. Fra esse, la gestione e riscossione dei contributi di bonifica, l’attività di gestione e manutenzione delle opere degli impianti e la progettazione di opere pubbliche. Società e funzioni assegnate in house, a parere della Cgil, erano “pregiudizievoli” per la tenuta occupazione e per lo scopo dell’ente di bonifica. Una delibera del cda impugnata dal sindacato, con proclamazione dello stato di agitazione. Va avanti da circa un anno.
Anche il clima fra i soci e consiglieri non è dei migliori rispetto all’utilizzo delle professionalità interne – che qualcuno, non solo la Flai, vede ridimensionate se non sacrificate- e della gestione delle strutture come il vivaio, con relativo personale agronomo impiegato. Non pochi lamentano anche l’aumento della quota consortile, la manutenzione, il pagamento della quota degli attraversamenti, per Comuni e privati. Qualche giorno fa il sindaco di Vieste Nobiletti ha chiesto, dopo l’alluvione che ha interessato la zona e alcuni camping, “più manutenzione dei canali”, chiamando in causa il consorzio.
La Flai Cgil, nell’audizione in Regione, si è fatta portatrice delle istanze dei lavoratori ma ha anche ha evidenziato, “l’incapacità del consorzio di candidarsi ai finanziamenti del Pnrr, per mancanza di progettualità”. Ribadita in sede regionale “la forte apprensione per i livelli occupazionali, e la mortificazione professionalità presenti, in un numero di circa 30 unità, fra responsabili, impiegati e operai”.
Il presidente del consorzio Michele Palmieri, insieme al direttore generale Massimiliano Capezzuto, ha descritto l’incandidabilità dei progetti esistenti “per dichiarata valutazione ministeriale”.
Circa la logica della riorganizzazione del lavoro, “risponde a criteri di efficientemente delle risorse e di riduzione dei costi, impiegando personale interno sotto-utilizzato per attività precedentemente esternalizzate”. È stato assicurato che “non c’è alcun pericolo di riduzione della forza lavoro”.
Sia l’assessore all’agricoltura Pentassuglia, sia il presidente della Commissione Francesco Paolicelli, pur facendosi carico delle istanze del sindacato, hanno comunque invitato i rappresentati dei lavoratori e i dirigenti del Consorzio a riportare le dinamiche sindacali in azienda. Insomma se ne dovrà tornare a parlare in sede. Flai Cgil, con il segretario provinciale Giovanni Tarantella, ribadisce: “Per noi lo stato di agitazione è permanente perché comunque non vediamo un cambio di rotta. A breve, dopo un’assemblea dei lavoratori, valuteremo una mobilitazione”.
Un consorzio importante in un territorio che arriva fino a S. Giovanni Rotondo nell’ultimo tratto, che si avvale di acquedotto rurale, in supervisione delle zone semi-paludose, con un vivaio creato come riserva di germoplasma per le piante tipiche del Gargano e del Parco. “Negli anni, al fianco di Aqp, nelle zone più periferiche, abbiamo contribuito a evitare la cosiddetta desertificazione”.
Una struttura che potrebbe prosperare ma deve fare i conti anche con i progetti messi in campo e con i bandi per trovare finanziamenti. Con molti dei tredici Comuni garganici per cui espleta servizi, i rapporti si vanno incrinando. I sindaci hanno chiesto, di recente, un incontro con il Consorzio e, pare, anche con l’assessore Pentassuglia per esporre le problematiche. Al Consorzio i sindaci, complessivamente, chiedono scelte strategiche e progettuali più condivise e che, per esempio, “gli attraversamenti” da pagare abbiano in realtà dei riscontri in termini di vantaggi. In questa diatriba, in cui in qualche caso si è finiti davanti al Tar, si accampa la questione dei fondi e su chi ricascherebbe l’onere di metterli a disposizione.
“La quota consortile -secondo un sindaco- potrebbe andare bene per la manutenzione ordinaria, per progettualità importanti serve altro”. Con il Parco del Gargano, il consorzio è uno dei pochi enti sovra-comunali della zona, oltre alla Provincia. Ferma restando la quota occupazionale che verrà salvaguardata, il resto è ancora tutto da far quadrare. In più, la nomina del commissario del Parco del Gargano, senza un consiglio direttivo dell’ente, è un altro tassello che, per ora, scontenta quasi tutti i sindaci della Montagna del Sole.
Paola Lucino
Pubblicato il 28 Settembre 2024