Cultura e Spettacoli

Concorso di 50&Più, il foggiano Giuseppe Messina vince la Farfalla d’Oro

Sono stati proclamati i vincitori della XXXVIII edizione del Concorso di 50&Più di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia. Un’edizione che si è conclusa con l’assegnazione di 20 Farfalle d’Oro, 4 Libellule d’Oro, 34 Menzioni Speciali e 8 Segnalazioni della Giuria. Un appuntamento che ha dovuto indossare nuove vesti. Il Concorso, infatti, ideato e organizzato dall’Associazione 50&Più, nei suoi quasi 40 anni di storia ha riservato intere settimane all’arte e alla creatività in località evocative come Baveno, sul Lago Maggiore, Assisi e Levico Terme, offrendo ai partecipanti un’occasione unica d’incontro e di condivisione. La XXXVIII edizione, però, si è svolta via web sul sito www.spazio50.org. Le cinque migliori opere per ogni sezione – prosa, poesia, pittura e fotografia – sono state premiate con la Farfalla d’Oro, simbolo del concorso, dalla Giuria composta da affermati poeti, critici letterari e d’arte, scrittori, pittori, scultori e giornalisti. Immagine e copertina di quest’edizione eccezionale è l’opera Le Farfalle bianche del pittore Enrico Benaglia. Insieme a lui anche Elio Pecora, poeta, scrittore e saggista, Renato Minore, scrittore, giornalista e critico letterario, Lina Pallotta, docente e fotografa, e Duccio Trombadori, pittore, giornalista, scrittore e critico d’arte. Giuseppe Messina di Foggia vince la Farfalla d’Oro per la Prosa con l’opera “Il canto delle sirene”. Partecipa al concorso da quattro anni e nel 2017 e 2019 ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per la Prosa e ha pubblicato un racconto nel 2018 dal titolo “Papaveri rossi”. Dopo la maturità classica, Giuseppe – che ama l’arte, la musica e l’ambiente con particolare attenzione ai problemi sociali e all’incremento della cultura nel proprio territorio – ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Bari e ha lavorato in un’attività commerciale presso il settore delle macchine e delle strutture edili. Il giudice Renato Minore descrive con queste parole l’opera che Giuseppe ha portato in concorso: “Il viaggio del piccolo Gaido dal villaggio nero della Guinea Bissao alle coste italiane nel barcone con altri cento migranti. La violenza, gli imprevisti, l’orrore, una difficile speranza che si scontra con un ” ignoto diverso”. È la voce delle moderne sirene che possono ingannare e intrappolare. Come nel lungo viaggio di Ulisse che Gaido ha imparato a conoscere nella piccola scuola gestita da volontari foggiani che gli hanno fatto conoscere quella antica, magica storia”.

 


Pubblicato il 1 Luglio 2020

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