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Come volevasi dimostrare: il danno e la beffa per le ex Province pugliesi

“Oltre il danno la beffa! Le attuali regole finanziarie contenute nel Patto di Stabilità non solo sono capestri per ogni Ente locale, ma penalizzano coloro che hanno avuto una contabilità virtuosa come le Province pugliesi”. Così ha parlato ieri il presidente dell’Unione Province Italiane della Puglia, Antonio Gabellone, in occasione dell’incontro che si è tenuto a Bari tra i dirigenti e i funzionari del Servizio Finanziario delle Province Pugliesi e della Città Metropolitana di Bari al fine di raccogliere e valutare le istanze di attribuzione/cessione degli spazi finanziari. “Praticamente vengono avvantaggiate – ha spiegato Gabellone – quelle Province che invece che onorare i propri debiti nei confronti dei fornitori, così come è stato fatto da quelle pugliesi entro il 30 giugno dello scorso anno, non hanno pagato e ora quelle risorse possono derogarle dal Patto di Stabilità. Ancora una volta la conferma che essere enti virtuosi non solo non premia, ma si viene danneggiati”. Il sindaco salentino è tornato anche a sollecitare l’approvazione della Legge regionale che finalmente chiarisca funzioni e gestione del personale, atra questione che: <<...la dice lunga su quale sia la situazione di totale confusione in cui operano le Province. Dopo mesi dall'approvazione del Disegno di Legge da parte della Giunta guidata da Vendola, non si sa né quando né come il testo arriverà in aula per l'approvazione del Consiglio regionale>>. E’ arrabbiato il presidente della Provincia di Lecce in vista di altri incontri e tavoli per sciogliere i nodi della cosiddetta riforma delle province, mentre nel frattempo, proprio quegli incontri programmati con i tecnici della Regione Puglia, che si stanno tenendo in questi giorni Provincia per Provincia, appare sempre più chiaro che il governo regionale intende svolgere un ruolo terzo <<...quasi pilatesco, limitandosi a interpretare e chiedere di applicare a noi il combinato disposto sia della Legge Delrio sia della Legge di Stabilità in modo chirurgico, invitando le Province a fare tagli netti e a mettere in mobilità il proprio personale senza che la stessa debba farsi carico di nulla: né di fornire risorse, ma soprattutto riversando specialmente sui Comuni il carico dei dipendenti provinciali eccendenti da ricollocare>>, si inalbera ancora Gabellone. Che, come fa da un bel po’ di tempo a questa parte, non le manda certo a dire al capo della giunta uscente Vendola, troppo impegnato a impartire disposizioni scritte ai suoi assessori di darsi da fare per orchestrargli la campagna elettorale durante le prossime settimane. Più drastica la soluzione che, sempre per Gabellone, la Regione pensa di adottare nei confronti dei lavoratori delle Partecipate per le quali rimanda al tavolo nazionale del Ministero del Lavoro, facendo diventare la loro vertenza occupazionale un fatto non più pugliese, ma nazionale. <>. In realtà la situazione per i dipendenti provinciali si sta facendo sempre più complicata: a giugno potrebbero esaurirsi le risorse degli enti finiti sotto il torchio di Renzi e Delrio, con stipendi e servizi resi ridotti col contagocce. La legge Delrio, infatti, ha mandato in tilt non solo le ex province pugliesi ma quelle di tutto lo Stivale, come emerso in una delle tante riunioni dell’Unione delle Province Italiane a Roma. Il fatto è che solo poche regioni hanno adottato i provvedimenti per ripartire dipendenti e funzioni, ma tra queste non figura la Regione Puglia, dove ora la situazione è preoccupante. “Intraprenderemo delle azioni di difesa del nostro territorio e delle amministrazioni che dipendono dalla Provincia di Lecce, chiamando la Regione a risarcire i danni creati” ha assicurato pochi giorni fa il numero uno di Palazzo dei Celestini. Che si sta battendo isolatamente sulla manutenzione di strade e scuole e dunque sui servizi, ma anche contro i tagli sulla spesa del personale, riduzione che dovrebbe aggirarsi secondo i più pessimisti sul cinquanta per cento con evidenti difficoltà a partire dall’estate prossima. Già nel mese di luglio, infatti, non sarà possibile per alcune province pagare gli stipendi e riuscire a sostenere il mantenimento dell’organico. L’opposto di quanto accade in altre Regioni italiane dove l’ultima fase dell’attuazione della legge Delrio è stata affrontata e risolta: in Toscana i circa 2mila dipendenti sono stati assorbiti dalla Regione.

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Aprile 2015

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