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Coldiretti Puglia chiede a Salvini più sicurezza nelle campagne

La recente visita del ministro degli Interni, Matteo Salvini, alla Fiera del Levante è stata l’occasione per chiedere al rappresentante del Governo “giallo-verde”, da parte di Coldiretti Puglia, più sicurezza per gli operatori agricoli italiani e per le loro produzioni. Infatti, quando Salvini ha visitato in Fiera lo stand di Coldiretti, i rappresentanti pugliesi dell’importante associazione agricola ha denunciato il boom di furti in campagna con circa 300 milioni di euro di danni per i produttori agricoli in un solo anno. Il titolare del Viminale, dal canto suo, ha assicurato di attivare ogni provvedimento utile a contrastare il fenomeno malavitoso nelle campagne, acquisendo informazioni dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, promosso dalla stessa Coldiretti.“Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove i nostri agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato”, ha affermato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele,  che al ministro Salvini ha preannunciato “quanto accadrà prossimamente nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all’osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere”. Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi – secondo la denuncia di Coldiretti – è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori, tanto che in questo scenario di strisciante diffusione dell’illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività.Infatti, ultimamente, si registra un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo. E non si tratta più – per Coldiretti – soltanto di “ladri di polli”, quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole. “Assistiamo alla ‘stagionalità’ delle attività criminose in campagna – ha spiegato il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché squadre ben organizzate rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo-aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca”. “I furti sono praticamente quotidiani – ha concluso Corsetti – tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l’incolumità dei nostri produttori”. L’obiettivo di Coldiretti Puglia è quello di sensibilizzare gli agricoltori circa l’importanza di denunciare, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la ‘filiera’ della ricettazione, per economizzare le attività di polizia, non lasciando isolate le vittime e rassicurandole circa l’anonimato della denuncia non restando isolati. Inoltre, Coldiretti ha consegnato al ministro Salvini una mappa dei principali reati commessi nelle campagne delle sei province pugliesi a danno dei produttori agricoli. Quelli che interessano quasi tutto il territorio regionale, e quindi comuni a tutte le province della Puglia, sono i furti di olive e di olio durante la campagna olivicola ed il taglio degli ulivi per il furto della legna ricavata dal danneggiamento di queste piante spesso secolari.I gruppi criminali che operano nelle campagne pugliesi – secondo quanto riferisce Coldiretti – sono il più delle volte italiani, anche se spesso si avvalgono di ‘manodopera’ straniera. Nei furti di olive riescono in pochi minuti a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze di ferro o alluminio, per far cadere il maggior quantitativo di prodotto, ma danneggiando al contempo gravemente le piante. Le squadre di malfattori – ha spiegato ancora Coldiretti – trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Però, oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare da terra parte della ‘refurtiva’ che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta disperdono sul terreno e non riescono a portare via. Gli olivicoltori pugliesi, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo. Invece, sul fronte dei trasformatori, ovvero dei frantoiani, Coldiretti ha fatto presente che sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all’imbocco dell’autostrada, per evitare i rischi di rapine dei mezzi carichi di olio. E questa è la situazione nella Bat e soprattutto ad Andria, culla dell’olivicoltura pugliese. Il fenomeni criminali denunciati da Coldiretti  si ripetono ogni anno, mettendo a repentaglio l’incolumità stessa degli olivicoltori, che sono così costretti a fare ronde diurne e notturne, per non subire perdite di prodotto. Le Forze dell’Ordine, avendo un territorio assai vasto da presidiare, spesso non riescono a pattugliare come si dovrebbe le zone di loro competenza. Di qui l’invito al ministro degli Interni Salvini a rafforzare almeno i presidi di Pubblica Sicurezza delle aree più interessate da questo genere di problemi. Stessa sorte delle olive subiscono nelle province pugliesi mandorle, l’uva da tavola e l’uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni. L’altra piaga causata al mondo agricolo locale è quella dellastrage di ulivi nelle campagne del barese, in particolare  a Santo Spirito, nell’area attorno all’aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Giovinazzo, Grumo e Palo. Ogni albero – rileva ancora Coldiretti Puglia – garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore (spesso monumentali) sono tagliati per rivendersi la legna o estirpati per abbellire in modo fraudolento i giardini di  lussuose ville. Dall’incontro di ieri in Fiera, con il massimo responsabile politico del Ministero capitolino di via Nazionale, Coldiretti Puglia si aspetta chiaramente un segnale di attenzione sui problemi della prevenzione e repressione dei reati denunciati e, quindi, di maggior sicurezza nelle campagne. Ma la questione più importante per scoraggiare questo genere di crimini è forse quella di dover dare maggior certezze non solo con l’incremento delle Forze dell’Ordine sui territori, ma anche nelle pene inflitte a chi commette tali reati. Sarà possibile?

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 14 Settembre 2018

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