Cronaca

Cartelle pazze a Cerignola, il sindaco Metta rassicura i cittadini

Dopo la vicenda delle cartelle pazze esplosa a Cerignola, il sindaco Franco Metta rassicura gli utenti. “Il 31 dicembre 2015 – si legge nella nota diramata dal primo cittadino del comune ofantino – si sarebbe prescritto il diritto del Comune ad esigere una serie di tributi. La società esterna, che ha gestito in proroga la riscossione dei tributi comunali fino ad ottobre, ha fornito – dopo indicibili resistenze – i dati relativi al nostro Consorzio solamente a fine novembre. Non avevamo il tempo materiale per fare accurati controlli. Rischiavamo di vedere prescritta e non più esigibile una somma rilevante, con grave danno erariale e per le casse comunali. Il Consorzio non aveva altra scelta che notificare, per impedire la prescrizione, tutti gli avvisi in giacenza. Lo ha fatto. Con il seguente risultato: Avvisi notificati 2.634; avvisi annullati perché errati 252, importo sottratto alla prescrizione 1.269.073. Questo solo per l’ICI. Tassa rifiuti: notificati 489,annullati 96,maggior introito per il Comune 482.000 euro. Tosap: notificati 587, annullati 55, maggior introito per il Comune 178.608 euro. Abbiamo dato un modesto disturbo al 9 per cento dei contribuenti. Abbiamo recuperato non meno di un milione e seicentomila euro di tributi, sottraendoli alla prossima prescrizione. Il resto è solo disperata voglia di polemica e di una inutile visibilità”. Richiesta di chiarezza era stata chiesta dal gruppo consiliare, Capitanata Democratica: “ È ormai noto- si legge nella nota- a tutti che,  sin dalla metà del 2008,  l’ICI sull’abitazione principale non è più dovuta in forza di legge. È chiaro che trattasi di un madornale errore che non deve ulteriormente ricadere sulle spalle dei contribuenti, che si sono visti recapitare a proprie spese il tributo non dovuto. Il responsabile del procedimento, dott. Cannerozzi e l’assessore al ramo, Dott.ssa Marino, cogliendo la nostra segnalazione, dovrebbero assumersi la responsabilità dell’errore, spiegandone i motivi e annullare immediatamente gli atti di accertamento che chiedono la ripetizione di tributi infondati. Ulteriori spiegazioni dovrebbero essere fornite, dall’ufficio competente, riguardo l’atto di accertamento, per infedele denuncia TARSU, di cui si richiede il pagamento per l’anno 2010, sulla differenza tra la superficie calcolata dagli ufficiali comunali e quella catastalmente individuata. Al riguardo, ci si domanda su quali basi è stato effettuato l’accertamento e il ricalcolo su base catastale di un tributo, già pagato, sui metri quadri calpestabili, alla cui misurazione ha provveduto il Comune stesso con l’ausilio della polizia municipale. È da sottolineare che l’attuale tariffa Tari è calcolata sulla base dei metri quadri calpestabili, misurati dai vigili urbani, come è regola che sia. Il Gruppo consiliare chiede spiegazioni e un celere intervento, da parte dei soggetti responsabili, al fine di evitare il persistere dei disagi per i contribuenti a fronte di tributi non dovuti e che si individui il responsabile dell’eventuale danno erariale, provocato, alle Casse comunali, dalla notifica di avvisi di accertamento infondati”.


Pubblicato il 16 Gennaio 2016

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