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Carla Calabrese: “Il comitato sull’imprenditoria femminile come faro”

La presidente sulla nuova attività in Camera di Commercio e le sfide da affrontare

Le diverse organizzazioni datoriali lo sussurravano fra loro: “Carla! Carla!”. Poi Carla Calabrese è stata eletta all’unanimità presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Foggia. Già a guida di Confcooperative, associazione in cui opera da trent’anni, è stata membro del comitato che oggi presiede sin dalla sua prima costituzione, nel 2004, con un intervallo nell’ultimo quadriennio.

Parliamo di un organo consultivo della Camera di commercio per fare in modo che le opportunità createsi per offrire imprenditoria femminile vengano segnalate ed eventualmente incentivate. “Guardiamo al mondo dell’impresa femminile che a Foggia non ha raggiunto i livelli auspicati. È ancora un compito, oggi, per il comitato, incentivarla”.

Si occupa anche di questioni di genere perché non c’è solo lo stretto dato imprenditoriale, “ma quell’idea di curare il gap fra impiego maschile e femminile, tra le opportunità date al mondo maschile e a quello femminile”.

I problemi di Foggia, dice Calabrese, sono più o meno in linea con quelli del “mondo”: “Si vede la donna nel campo lavorativo come quella che potrebbe assentarsi di più rispetto a un uomo, presa dalla cura di un familiare o anche dalla maternità. C’è anche qualche problematica nell’ambito del credito. Non dico guardi con ‘sospetto’, ma con una certa diffidenza il fatto che una donna sia in grado di far fronte alla richiesta”. Aggiunge anche altre questioni che derivano dalla sua esperienza nel settore. Confcooperative è un consorzio di cooperative sociali, all’interno ci sono anche un nido, una scuola dell’infanzia, un centro socio-educativo per minori e un centro di formazione professionale. “Curiamo l’educazione in diverse fasce di età, chiaramente con problematiche diverse”.

Come valuti l’offerta dei nidi in città?

“Gestendo un asilo nido dico che ancora non abbiamo raggiunto il target delle percentuali di necessità di posti, né in Puglia né tanto meno a Foggia. Infatti ne stanno costruendo altri. Speriamo che con tutta questa attenzione più donne riescano a entrare nel mondo del lavoro.

 

I due nidi che dovranno essere costruiti con il Pnrr potranno essere utili a Foggia?

Parlo per esperienza diretta, come asilo siamo spesso costretti a rimandare indietro alcuni bambini perché non abbiamo più posti, e se non li trovano nemmeno altrove significa che c’è carenza di strutture. Le zone dove sorgeranno sono già state individuate. In genere, questo si dovrebbe fare per sostenere la genitorialità, se è vero che c’è il calo delle nascite. non tanto per il lavoro delle donne. È chiaro che questo sistema verrebbe incontro alle esigenze.

La mission del comitato, oggi con la tua presidenza

Sviluppare impresa con tutte quelle possibilità offerte dal mercato che spesso la piccola artigiana, la piccola cooperativa nemmeno possono considerare perché prese come sono a sbarcare il lunario. Ultimamente non cresci e vivi solo del fatto che hai aperto un’impresa, hai bisogno di accedere alla banca, della consulenza del lavoro, a quella commerciale, che la sicurezza sia adeguata. Ci sono responsabilità. Noi abbiamo uno ‘storico’ di accompagnamento delle donne nella scoperta delle proprie possibilità. Negli anni, il comitato aveva creato un premio della Camera di commercio per donne che avevano guidato delle aziende, il premio delle Esperidi. Si sono svolte due o tre edizioni, il Covid ha fermato tutto.

Hai intenzione di riportarlo in auge?

Questo non lo so, lo dico come dato per far capire che il mondo dell’imprenditoria femminile esiste e che deve essere valorizzato. A me interessa molto l’interazione con la Camera di Commercio, farsi portavoce di quella che è l’impresa femminile. Questa può aiutare perché ci sono tante premialità; in secondo luogo un’azione molto importante è la presenza nelle scuole per permettere ai ragazzi di prendere coscienza che possono sviluppare un’attività imprenditoriale nei settori più disparati. Un aiuto anche nell’orientamento.

La Camera di commercio vi ascolta?

Abbiamo cominciato da poco, ma ci sarà subito una riunione su quelli che sono gli strumenti camerali. È stata proprio la Camera a chiederci se eravamo interessate, e ovviamente lo siamo. Come comitato li faremo nostri e proveremo a dare noi delle risposte alle imprenditrici. Devo die che nel mondo dell’agricoltura, del sociale, dell’artigianato ci sono tante donne. E reggono l’impresa a livello amministrativo, magari non portano il trattore ma sono loro che gestiscono la contabilità. Sono profili alti, di responsabilità e interessanti quelli del mondo femminile nel lavoro.

Miglioramenti negli ultimi anni?

A scuola e nelle università il lavoro femminile è attenzionato, quello che rimane un po’ al di sotto sono la formazione e l’informazione. Questo può essere di ostacolo, anche perché il mondo delle imprese è molto concorrenziale, dove non ci sei tu mi piazzo io. Quindi la donna che non è in grado di cogliere opportunità si trova indietro. Il Comitato in questo può essere un faro.

Come valuti Foggia rispetto alla Capitanata?

Foggia ha il vantaggio di essere capoluogo di provincia e quindi ciò che arriva, arriva per primo. Noi stiamo curando l’idea di turismo, cultura e sostenibilità. Non possiamo dire che Foggia sia più avanti, se lo è dipende dal fatto che è il centro si smistamento di tutte le attività. A riguardo, penso per esempio a Maria Antonietta Armillotta, di Manfredonia, presidente di Confesercenti. È a capo di un’impresa di pescatori, è una storia di lavoro di donne che possono stare in ambito considerato, tradizionalmente, più maschile. Sono cose che fa piacere conoscere anche come incentivo per il comitato.

Al Comune di Foggia cosa chiederesti?

Inizieremo col farci conoscere dal Comitato Pari opportunità formato al Comune, di cui tra l’altro faccio parte. Sicuramente porteremo a conoscenza la nascita del comitato sperando che il Comune di Foggia, quando dialoga di rinascita del commercio in centro, lo faccia soprattutto con le organizzazioni datoriali. Va bene che bisogna dialogare con la popolazione, ma anche con le imprese. Alcune cose, alcuni eventi, li conosciamo tramite la stampa. Se non coinvolgi le organizzazioni datoriali chi ti riapre il centro? Non è solo questione di mettere panchine e verde pubblico, il centro si caratterizza anche per offerte di servizi. Foggia ha perso tanto, basta vedere le condizioni del centro città…

Cosa si può fare?

Dialogare tra istituzioni e associazioni datoriali.

La storia dei centri commerciali che avrebbe inciso sul declino?

Sono nati 40 anni fa, hanno fatto il loro tempo, si sono stabilizzati con la loro clientela. Ma il consumatore può anche apprezzare la passeggiata al centro. Certo, se poi ci vado e trovo poca offerta mi dirigerò dov’è maggiore. C’è anche chi preferisce un altro luogo di acquisti, non li metterei come spauracchio. Per anni il centro ha subito il caro affitti dei locali, e sai quante attività nascono e chiudono nel giro di una stagione? Esistono politiche di incentivazione giovanile in cui si viene aiutati, ci sono idee che si possono mettere in campo, ci sono tanti programmi di intervento.

Uomini e donne nell’impresa in poche parole.

Gli uomini sono più metodici, ne fanno una questione di tempi e ore, le donne sono molto più creative e quindi lasciano spazio alla categoria della possibilità, nel senso che non tutto può essere previsto e standardizzato. Ciò ci permette di risolvere in maniera più veloce le problematiche che si presentano in una giornata di lavoro.

Paola Lucino


Pubblicato il 22 Maggio 2025

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