Carceri fantasma in Puglia: un “bluff” che non finisce mai
ualche anno fa fu la notissima trasmissione “Striscia la Notizia” a denunciare la presenza sul territorio pugliese di alcune carceri “fantasma” poiché costruite e mai entrati in funzione. Da allora ciclicamente qualcuno si sveglia, in questo caso l’associazione ‘Antigone’ e denuncia ai quattro venti la presenza di strutture penitenziarie chiuse in Puglia, mentre il sovraffollamento dei detenuti ha raggiunto livelli record, circa 4500 presenze a fronte di 2350 posti letto. Eppure già da tempo, quando il sovraffollamento delle case circondariali non era così devastante, fu proprio il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe) a denunciare la questione dei ‘ruderi carcerari’ nel silenzio generale. Epperò con la stessa serietà non si puo’ accettare che si mischino sacro e profano solo per fare sensazionalismo, giocando sulla pelle di detenuti e operatori penitenziari, lasciando tutto in una desolante situazione gattopardesca che non porta da nessuna parte. “Il problema del sovraffollamento della carceri è drammatico poiché condiziona la vita ed il lavoro di migliaia di persone e non può essere liquidato in maniera così superficiale”, spiega il segretario nazionale del sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, Federico Puilagatti. Per lui le carceri fantasma ci sono e tante, esempio di spreco di denaro pubblico così come accaduto per ospedali costruiti e mai entrati in funzione, oppure ponti e strade iniziate e mai portate a termine. “Ma offrire queste strutture, ormai fatiscenti da Volturara, a Bovino, a Castenuovo, da Minervino Murge a Monopoli, da Francavilla Fontana a Maglie in pasto all’opinione pubblica come panacea per risolvere la questione delle carceri sovraffollate, oltre ad essere una bestemmia, è altamente sbagliato poiché si dà un’idea errata del problema, che invece merita soluzioni molto serie e concrete”, affonda Pilagatti. Insomma, personaggi che ben conoscono come funziona il sistema penitenziario sembrano abbandonarsi a facili strumentalizzazioni per avere un po’ di ascolto. Ci si è chiesto, per esempio, quanti soldi, quanti uomini e quanti mezzi sarebbero necessari per riadattare e far funzionare tantissime di quelle carceri (da ristrutturare completamente)) che potrebbero ospitare(a pieno regime)non più di due, trecento detenuti con requisiti minimi di pericolosità, considerati gli scarsi presidi di sicurezza di quegli Istituti? Quelle carceri non offrivano e non offrono garanzie di economicità di gestione(considerati i pochissimi posti a disposizione),di sicurezza pubblica e non risolvono assolutamente il problema dell’affollamento delle carceri. Tant’è vero che il carcere di Spinazzola, che sicuramente era molto più attrezzato ed ampio di quelli sopra citati, è stato chiuso quest’anno, proprio per problemi di risparmio e carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Come non ricordare, infine, che dopo la riorganizzazione della Giustizia con l’eliminazione delle Preture, l’Amministrazione Penitenziaria cedette ai comuni la maggior parte di quelle strutture, che sono diventate poi il solito monumento allo sperpero di denaro pubblico. (fdm)
Pubblicato il 4 Ottobre 2016