Carceri da cui scappare, sempre peggio la situazione in Puglia
Sovraffollamento, carenza di personale e “stato penoso” delle infrastrutture sono le principali criticita’ emerse dal tour fatto negli ultimi due giorni nelle undici carceri pugliesi da una delegazione dell’Osapp, l’Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria. Il segretario generale Leo Beneduci ha sottolineato, a conclusione della tappa pugliese, che “la popolazione detenuta nelle carceri della Puglia e’ tra le piu’ pericolose in Italia, con il 60 per cento dei detenuti per reati di mafia, legati a organizzazioni criminali regionali ed extra regionali. Questo mette a rischio il personale penitenziario e non sono mancati, anche di recente, episodi di aggressioni e minacce”. Il sovraffollamento e la “non differenziazione delle detenzione”, poi, “favoriscono – secondo il sindacato – le affiliazioni da parte dei clan e fanno venir meno la funzione rieducativa del carcere”. Insomma, piove sul bagnato, governo ladro. Infatti, benchè splenda il sole in questo inizio di primavera da favola, continuano a contarsi i tentativi di suicido, le violenze e i tentativi di evasione, ma soprattutto a cadere polvere bianca all’interno del carcere di Bari, visto che negli ultimi tempi, come rilevano gli agenti penitenziari baresi, sono ripresi i lanci dalle vie o dalle abitazioni ubicate nei pressi del penitenziario barese di pacchettini contenenti hashish, marijuana, cocaina e persino coltelli. Un trucco ci fa capire che forse le vie di entrata di queste sostanze nel carcere sono chiuse, ma nel contempo dovrebbe maggiormente preoccupare poichè dimostra la debolezza del sistema di vigilanza del carcere stesso. E non basta. Difficile individuare i lanciatori delle sostanze stupefacenti dalle parti di Corso Alcide De Gasperi, via Pogdora e dintorni, a causa del malfunzionamento delle telecamere interne ed esterne costate centinaia di migliaia si euro. Per questo si rende necessario intensificare la vigilanza del muro di cinta in alcune occasioni sguarnito per carenza di personale di polizia penitenziaria, nonchè la riparazione dei sistemi di controllo. Facile dire che fino a quando ciò non avverrà, si renderebbe perlomeno necessario incrementare anche il pattugliamento delle altre forze di polizia intorno al carcere al fine evitare che la neve bianca continui a cadere all’interno carcere barese. In effetti la casa circondariale di Bari e la sua
Antonio De Luigi
Pubblicato il 28 Aprile 2016