Campi Diomedei? Il pensiero del veterinario Alessandro Maggi
“I.R.I.I.P. (Istituto Regionale Incremento Ippico Puglia) di Foggia, ex Regio Deposito Cavalli Stalloni: mi fa rabbia e allo stesso tempo mi fa ridere sentire parlare incompetenti e cialtroni di questo argomento senza alcuna cognizione di causa. Questa realtà, tenuta volontariamente in stallo, una delle pochissime ancora funzionanti in Italia (all’origine: Crema, Cremona, Ferrara, Pisa, Foggia, Santa Maria di Capua Vetere, Ozieri, Catania) viene denigrata da personaggi il cui intento è quello di farlo chiudere per dare in pasto all’Università di Foggia (università giovane che per blasonarsi ha saccheggiato con la complicità dei politici locali le strutture di questo ente fino a trafugare sedie e poltrone sabaude, restituite in seguito a denuncia) e ai “palazzinari”, i fabbricati e i 19 ettari destinati alla coltivazione del fieno di cui si approvvigionava l’istituto e alla movimentazione dei cavalli. Qualcuno ha detto che le scuderie di questo ente sono prive di finestre per cui i cavalli presenti nella struttura soffrirebbero la carenza di luce. Strano che le stesse scuderie con gli stessi punti luce sono state adibite ad aule per gli studenti, questo però lo scrivente, sicuramente prezzolato, ha trascurato di dirlo. Certo agli occhi dei superficiali tale ente può apparire come un semplice contenitore dove sono presenti sparuti cavalli, per lo più inutilizzati, e a volte anche chi lo ha difeso lo ha fatto apparire come tale, trascurando di dire che oltre i cavalli questo bel “contenitore” contenesse parte della cultura foggiana. Attualmente sono presenti circa settanta cavalli maschi, riproduttori, di razze di grande interesse regionale (cavallo di razza murgese, cavallo agricolo italiano derivato bretone da tiro pesante rapido, asino di Martina Franca) rivolte ad un mercato ad ampio respiro internazionale. Questi stalloni vengono spostati nelle stazioni di monta presenti sul territorio regionale, durante la stagione di monta che va da marzo a luglio, per fecondare duemila fattrici circa, tra cui le fattrici dell’ex Corpo forestale dello Stato (attuali Carabinieri forestali), i cui prodotti verranno destinati ai Corazzieri, la guardia presidenziale, per poi ritornare nell’istituto dove verranno custoditi, monitorati, sottoposti a svariati esami e profilassi per affrontare la stagione di monta successiva. Una parte di questi stalloni rimane però in sede per soddisfare le esigenze della stazione di monta, la stazione di fecondazione artificiale e l’istituto produzione seme, di cui lo scrivente è direttore. Queste attività, volutamente nascoste dai poteri forti, sono gli scopi istituzionali di questo ente che si prefigge di divulgare ed incrementare le razze equine e i “mondi” paralleli a loro connesse. Non parliamo delle potenzialità che potrebbe avere quest’istituto: scuola di mascalcia, scuola per fecondatori laici e palafrenieri, scuola per ammansitori e addestratori, scuola per artieri ippici, scuola per sellai, ippo ed onoterapia, tirocinio per medici veterinari ippiatri, punto di riferimento per studi sulle specie equine, ecc. ecc… a tutto questo bisogna aggiungere che nella struttura è presente una nutrita rimessa-museo di carrozze e legni d’epoca, da fare invidia ai musei esistenti in altre nazioni. Chi ha scritto che i cavalli soffrono a stare in scuderie anguste e buie (?) ha trascurato di dire che gli spazi esterni (19 ettari) che saranno adibiti a parco, l’erigendo parco dei “campi diomedei”, sono stati sottratti a discapito degli spazi destinati alla movimentazione dei cavalli, nel rispetto delle norme sul benessere animale. Non entriamo nel merito nelle percentuali di spazio realmente destinato al verde (piante, alberi, cotico erboso) e lo spazio occupato da viuzze e sentieri brecciati e/o asfaltati calpestabili. A naso, sembra che di verde propriamente detto ce ne sarà poco. La gestione di questo parco, tra l’altro, avrà un costo non sostenibile da parte del comune e pertanto (questione di tempo !!!) verrà abbandonato a se stesso e sarà il preludio all’avvento dell’insorgere di edifici ad alto guadagno per i costruttori foggiani (quartiere residenziale “perifericamente centrale”). Purtroppo i social non sono i luoghi migliori per queste disquisizioni e se problemi esistono in questa struttura non sono i punti luce delle scuderie, ma la voluta trascuratezza con la quale tira avanti questa struttura: personale di gran lunga inferiore di numero alla pianta organica che dovrebbe coprire i fabbisogni dei cavalli (pulizia dei box, alimentazione, governo della mano, movimentazione e addestramento), un operaio per circa 10-12 cavalli, di gran lunga inferiore ad un operaio per 3 cavalli !!! Informiamoci prima di scrivere baggianate!”
dott. Alessandro Maggi
Pubblicato il 10 Agosto 2018