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Biodiversità: la Coldiretti certifica il primato per la provincia di Foggia

La Puglia può contare su 251 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 9 prodotti DOP (5 oli extravergini, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola) e 29 vini DOC, oltre a 43 varietà vegetali studiate nell’ambito del progetto ‘BiodiverSo’. E’ tra le prime 3 regioni produttrici di cibo biologico con 4.803 produttori e la prima per numero di trasformatori con 1.796 operatori. “Un primato raggiunto anche grazie al fatto che la Puglia può contare – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – su 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato da parchi nazionali – del Gargano e dell’Alta Murgia – e l’8,3% da aree naturali e riserve naturali marine. Le province che presentano la più alta percentuale di territorio soggetta a protezione sono quella di Foggia (51,5%) e Bari (27,7%). In questi luoghi protetti la varietà vegetale comprende 2.500 specie. In occasione dell’apertura della IV^ edizione del Festival della Ruralità, organizzato da Parco Nazionale dell’Alta Murgia e Legambiente, abbiamo rappresentato il lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”. La grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli è testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei 90 Mercati di Campagna Amica regionali che contano 4.500 giornate di apertura, 850 produttori coinvolti, 22mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 2.500 tonnellate di prodotto commercializzato. “Quasi un anno fa – continua Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – è stata approvata la legge per la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. La nuova legge prevede l’Istituzione di un Sistema nazionale della biodiversità agraria e alimentare, l’avvio di un Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo, l’Istituzione di un Fondo di tutela per sostenere le azioni degli agricoltori e degli allevatori. Inoltre, all’interno del piano triennale di attività del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) sono previsti interventi per la ricerca sulla biodiversità agraria e alimentare, sulle tecniche necessarie per favorirla, tutelarla e svilupparla”. Per questo per i consumatori il KM0 garantisce l’impatto 0. A livello globale è stimato che un pasto medio percorre più di 1.900 chilometri per camion, nave o aeroplano prima di arrivare sulla vostra tavola e spesso ci vuole più energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali, senza contare gli effetti sull’atmosfera e sui cambiamenti climatici provocati dall’emissione di gas ed effetto serra. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia – secondo Coldiretti –  può arrivare ad abbattere fino a 1000 chili di anidride carbonica l’anno. E’ stato ad esempio calcolato che un chilo di prugne dal Cile devono volare 12mila chilometri con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 chili di anidride carbonica, mentre l’uva dal Peru’ percorre quasi 11mila chilometri con un consumo di 6,5 chili di petrolio e l’emissione di 20,2 chili di anidride carbonica.


Pubblicato il 23 Settembre 2016

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