Berlusconi incontra i dirigenti locali di Fi per discutere dell’ennesimo “caso Puglia”
Il presidente e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha ricevuto ieri (ndr – per chi legge venerdì) a Palazzo Grazioli i parlamentari nazionali ed europei, i consiglieri regionali, i sindaci e gli altri eletti pugliesi del suo partito, guidati dal neo-coordinatore regionale, l’On. Mauro D’Attis e dal Vice Coordinatore, il Sen. Dario Damiani, per fare il punto sulla situazione del centrodestra pugliese in vista delle importanti scadenze elettorali della primavera del 2019, ossia le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e le amministrative di alcuni importanti Comuni nella nostra regione, a cominciare da quelli di Bari e Foggia . Nel corso dell’incontro, il Presidente si é soffermato sui gravi problemi della Regione Puglia, che ha definito “una terra di grandi opportunità e di grandi ingiustizie, storicamente legata al centro-destra”, ma che in questi anni è caduta, “anche per effetto – ha sottolineato Belusconi – dei nostri errori e delle nostre divisioni nelle mani di giunte di centro-sinistra, come quella di Decaro a Bari e di Vendola prima, di Emiliano poi, in Regione, che hanno avuto grande visibilità ma non hanno portato risultati concreti, bensì drammatici, sul piano dei servizi ai cittadini, sempre più carenti”. Difatti, – ha rilevato il fondatore e leader di – “la Puglia é stata teatro di vicende clamorosamente mal gestite, che hanno rischiato di mettere in discussione le stesse speranze di crescita e lavoro della Regione e di una larga fetta del Sud”, aggiungendo: “L’irresponsabilità con la quale governo nazionale e regione hanno affrontato la questione Ilva, giocando sulla pelle dei cittadini, ha messo grandemente in pericolo la loro salute, l’occupazione, le speranze di crescita di un intero territorio”. Infatti, “il disastro – per Berlusconi – è stato evitato solo perché i ‘5 Stelle’ sono stati costretti, sull’Ilva come sul Tap, a rinnegare le loro irresponsabili promesse elettorali”. Invece, nulla è ancora trapelato sulle indicazioni di Berlusconi al responsabile regionale, D’Attis, per uscire dall’empasse in cui è finito il centrodestra pugliese sulla scelta dei nomi da candidare il prossimo anno a sindaco di Bari e di Foggia. Infatti, come è noto, la coalizione (sulla carta) dei partiti del centrodestra pugliese, dopo quasi cinque mesi di incontri e trattative andate a vuoto, recentemente si è spaccata proprio sul metodo di scelta per l’individuazione dei nomi da candidare a Primo cittadino nei due Comuni capoluogo, Bari e Foggia per l’appunto, che andranno al voto la prossima primavera. E mentre a Palazzo Grazioli l’ex cavaliere di Arcore discuteva dei problemi del centrodestra pugliese con i maggiori referenti del suo partito, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e l’eurodeputato pugliese Raffaele Fitto, fino al 2014 nelle fila del partito Azzurro di Berlusconi, a Roma, in piazza della Pilotta, ufficializzavano la nascita di un “Patto federativo” in vista delle elezioni europee di maggio prossimo. L’obiettivo dell’annunciata alleanza elettorale tra Fdi della Meloni e Dit (Direzione Italia) di Fitto è “dar vita al nuovo soggetto politico, che cambi profondamente il centrodestra” e che sia più a sinistra della Lega, ma più a destra di Forza Italia. Si tratta, insomma di quella casa dei conservatori e sovranisti lanciato da
Meloni nel settembre scorso ad Atreju e che dopo l’adesione di Fdi al gruppo Ecr del Parlamento europeo ora vedrà come prossima tappa la presentazione di una lista alle europee con chi ci sta, a cominciare proprio da Fitto. Infatti, “Raffaele – ha dichiarato Meloni – é stato tra i primi a rispondere al mio appello ad Atreju. Nelle prossime settimane presenteremo altri partner. Si parte dall’esperienza di Fdi che verrà allargata per arrivare, dopo le europee, alla costituzione di un grande movimento nazionale conservatore e sovranista che metta al centro gli interessi nazionali italiani”. Quindi, l’obiettivo della leader di Fdi, con dalla stessa reso noto, “è quello di riportare un ottimo risultato al voto di fine maggio e poi, cercare di portare di nuovo il centrodestra al governo con un soggetto forte che possa essere alleato della Lega”. In altri termini, quello di costituire evidentemente un “soggetto politico” nuovo, che sia potenzialmente attrattivo per l’ex elettorato berlusconiano o che non si reca più al voto perché sfiduciato dalle vicende interne al centrodestra, come quella che si è consumata in Puglia negli ultimi anni, ossia da quando il centrodestra è stato più volte sconfitto sia alle amministrative baresi che alle regionali. Insomma, all’interno di quella che un tempo era la coalizione di centrodestra a trazione forzista, la corsa è cercare di accaparrarsi i voti dell’elettorato perso da Forza Italia, con la speranza che ciò sia sufficiente a far ritornare in auge tutta la coalizione. Ma a giudicare anche da ciò che è successo ultimamente nel centrodestra pugliese per le candidature a sindaco di Bari e Foggia, financo agli sprovveduti di politica sembrerebbe difficile un ritorno di fiamma unitario della coalizione, considerato che all’interno delle principali sigle politiche della stessa gli “incendiari” di potenziali vittorie (e quindi i “distruttori”) sono in tanti ed invece i “pompieri” assai pochi o assenti del tutto.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 7 Dicembre 2018