Aziende partecipate alla prova del campo largo, si sfila Buenza
Ambite le caselle di Amiu e presidenza Ataf, riequilibri in maggioranza
È rimandata alla settimana prossima la riunione sui cda delle partecipate che contribuiscono a tenere in tensione i rapporti nella maggioranza. Non è detta l’ultima parola su eventuali esclusi, le trattative dei partiti, in base agli elenchi stilati e pronti per l’uso, vanno avanti. Sono 17 i posti disponibili per quattro partecipate (Amiu, Amgas, Ataf e Am service), ognuna con 5 componenti. L’azienda della raccolta dei rifiuti ha già tre posti occupati a Bari, compreso il presidente. Le nomine si farebbero a giugno, quando scadrà la presidenza Ataf e subito dopo l’approvazione del bilancio consuntivo.
A Foggia, nella distribuzione degli incarichi, c’è il nodo delle forze “minori” del campo largo che hanno contribuito alla vittoria della sindaca Episcopo ma non hanno rappresentanti in giunta, né deleghe consiliari. È il caso di Idm con Pasquale Cataneo. Di deleghe assegnate dalla sindaca il consigliere non ha voluto saperne, non avendo ottenuto alcun assessore. Avrebbe chiesto una sola casella di cda, quella di Amiu. Non sappiamo se gli verrà riconosciuta, ma è certo che a questa postazione aspiri anche il M5s. I pentastellati rivendicano di avere in carica l’assessore all’ambiente, in primis, né gradirebbero una partecipata nelle mani del Pd foggiano, almeno per il fatto che, in questi anni, sono stati fra i primi critici della gestione dell’azienda. Ambita anche la presidenza Ataf (dal Pd perché è un’azienda importante) e il relativo cda, più spinosa la questione Amgas con i suoi risvolti di rilancio in un settore sempre più concorrenziale.
A parte le specificità delle singole partecipate, c’è da far quadrare i numeri della rappresentanza, senza considerare che un cda a 5 ha certamente più problemi a trovare una sintesi di uno a 3. Qualcuno ne aveva fatto richiesta, ma alla fine è passata l’opzione più numerosa con compensi sempre più “ripartiti”.
L’architettura che verrà fuori è anche una prova di tenuta del campo largo. Vediamola nelle sue sfaccettature consiliari. Cataneo, saldamente in maggioranza, è tuttavia sempre più critico con i suoi. Ha firmato l’interpellanza dell’opposizione sulla sosta tariffata, per esempio, si è astenuto dal voto sul bilancio di previsione, propende al voto per il singolo accapo con le mani libere da vincoli di giunta. Da “Tempi Nuovi” è uscito Mino Di Chiara, che fa gruppo socialista a sé, dunque il partito riunito sotto un’unica sigla conserva due assessori per due consiglieri.
Potrebbe essere anche la presenza troppo “invasiva” di qualche esponente di giunta a rendere più precari gli equilibri, e se ne lamentano in maggioranza.
Il caso Benedetto Buenza, poi, sta suscitando molto clamore. Il consigliere eletto nei Popolari per Foggia dichiarerà la sua indipendenza dal gruppo nel prossimo consiglio comunale. Contro questa scelta (su di lui pende il ricorso per il riconteggio dei voti di Luigi Rizzi, dovrebbe risolversi alla fine di maggio) sono partiti gli strali di Massimiliano Di Fonso che, sui social, ha usato toni molto grevi.
L’ex consigliere comunale, sempre molto suffragato, rivendica l’elezione di Buenza e i voti da lui ottenuti. Molto critico con lui e con la sindaca anche l’assessore regionale dei Popolari Gianni Stea. Il prossimo approdo del neo-indipendente Buenza, ammesso che resti in consiglio, sarà il Pd? Perché è anche questo che si teme, un Pd a 7 fra i banchi consiliari! In rappresentanza di sé stesso, come Mino Di Chiara, è netto: “Per ora resto indipendente- dice Buenza- in futuro si vedrà. Non mi interessa nulla dei cda, non ho mai partecipato a nessuno degli incontri e non ho accettato nemmeno le deleghe della sindaca”. Questa è la sua versione. Secondo altri, Episcopo non avrebbe preso in considerazione il suo nome in quanto si sarebbe “intrufolato” in una compagine che non prevedeva legami, più o meno diretti, con l’amministrazione Landella, di cui Di Fonso ha fatto parte. Senza andare a pescare in vicende passate, c’è l’attualità da risolvere.
Anche “Comunità politica”, altro gruppo a sostegno del campo largo, si sarebbe detta disinteressata ai cda. Il braccio di ferro, più o meno evidente, si concentra fra quattro forze, Pd, Con, M5s e Tempi Nuovi.
Il rimpasto di giunta, secondo un’esponente dell’opposizione come Di Mauro, è nell’aria. Dopo Pasqua, sarà di nuovo campagna elettorale verso le elezioni di giugno, l’amministrazione della città e delle partecipate necessita delle proprie risposte.
Paola Lucino
Pubblicato il 30 Marzo 2024