Cronaca

Aumenti a doppia cifra per olio extravergine di oliva, pasta e vino

Le performance straordinarie dell’agroalimentare pugliese in occasione di Tuttofood alla Fiera di Milano

Subito le belle notizie: con un aumento del 16% è record delle vendite all’estero dei prodotti agricoli made in Puglia, trainato dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, pasta, olio e ortofrutta che salgono sul podio dei prodotti pugliesi più venduti all’estero.  E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Puglia sui dati Istat Coeweb sul commercio estero relativi al 2022 dei prodotti agricoli rispetto all’anno precedente, con le performance straordinarie dell’agroalimentare come pasta, olio extravergine di oliva e vino pugliesi, diffusa in occasione di Tuttofood alla  Fiera di Milano a Rho, dove nello spazio della Coldiretti al Padiglione 1 – Stand A13 – D34 si è aperto il Salone del cibo italiano sotto attacco per conoscere dal vivo le minacce al cibo tricolore. All’estero le vendite del Made in Italy sono sostenute soprattutto dai prodotti base della dieta mediterranea come l’olio che svetta sul podio con un aumento del 30,4, la pasta che fa un balzo del 37,1%, il vino con una crescita del 10,4% nei primi mesi, davanti a frutta e verdura trasformata e conservata dell’11,5%, anche se resta da colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne ai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti. Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio in Italia e all’estero è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio, commenta Coldiretti Puglia che ricorda come l’ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia, con l’olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva. Entusiasmanti anche i risultati del vino pugliese che testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali con i marchi di qualità che sono riusciti a penetrare il mercato estero facendo un salto in avanti tangibile in pochi anni. Insomma, con un totale di 38 vini DOP e IGP la Puglia si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati, col comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%. Un vero boom nel Regno Unito, con un +68% che evidenzia come l’export pugliese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue, seguito dalla crescita del +24% delle vendite negli Stati Uniti. Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo – sottolinea Coldiretti/Puglia. Rilevando l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati, valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe però ulteriormente migliorare – sottolinea ancora Coldiretti – con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale il cui valore è salito a 120 miliardi, anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 9 Maggio 2023

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