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Assessori e funzionari “snobbano” sistematicamente le audizioni in commissione

Disattendere l’invito per essere ascoltati in Commissione, nel Palazzo barese di via Capruzzi che ospita l’aula e gli uffici del Consiglio regionale pugliese, sia da parte di assessori che di funzionari, è divenuto ormai un fatto sistematico. A denunciare questa ormai malsana abitudine di disertare le convocazioni in Commissione consiliare, per ottenere notizie, delucidazioni o chiarimenti da parte di esponenti del governo regionale o dirigenti amministrativi a capo di settori inerenti materie politicamente competenti della stessa Commissione, è il vice-presidente della IV Commissione permanente (Agricoltura, Artigianato, Industria, Commercio e Turismo), Domenico Damascelli di Forza Italia, che con una nota invoca l’intervento del presidente dell’Assemblea regionale, Mario Loizzo (Pd), affinché si faccia promotore di un incontro tra l’esecutivo guidato dal presidente Michele Emiliano e tutti i presidenti delle sette Commissioni permanenti del Consiglio regionale pugliese, al fine di invertire “una deriva che – a detta dello stesso Damascelli, in conclusione della sua nota di denuncia – non racconta certamente una bella pagina per la politica regionale”. Infatti, in premessa all’appello ad intervenire, rivolto al presidente Loizzo, il consigliere forzista ha rilevato: “In passato siamo riusciti a risolvere concretamente tanti problemi dei cittadini grazie alle audizioni, nelle Commissioni competenti, degli assessori regionali o dei dirigenti”. Ma, ha rilevato inoltre ironicamente Damascelli, “Purtroppo  le cose sono cambiate ed è ormai divenuto un malvezzo, per i componenti della Giunta e per i tecnici, disertare le convocazioni in Commissione”. Atteggiamento, questo, che – come fa presente sempre l’esponente del partito di Silvio Berlusconi eletto nel 2015 nella circoscrizione barese, “impedisce ai consiglieri regionali di assolvere al proprio dovere istituzionale, e vengono negate risposte alle istanze e problemi del territorio”. E, quindi, ha affermato Damascelli: “Con le ripetute assenze di assessori e tecnici, viene meno, in sede di audizione, quel proficuo confronto e raccordo tra cittadini e istituzioni”, rivelando che anche nell’ultima seduta della Commissione  di cui lui è il vice di Donato Pentassuglia (Pd), svoltasi lunedì mattina, a causa della sistematica latitanza del governo, la stessa “non ha potuto dare riscontro al settore balneare, segmento economico importante per la nostra Regione, che merita attenzione per alcuni problemi da risolvere”. E tra le questioni sulle quali la Commissione intendeva avere chiarimenti vi era anche “la pulizia delle spiagge, indispensabile per consentire l’avvio della stagione balneare”, oltre che, ad esempio, avere notizie sulla problematica “delle alghe che hanno raggiunto livelli mai visti da dieci anni” in Puglia e che costituiscono un evidente ostacolo alla praticabilità di molte zone di mare pugliese da parte dei bagnanti, oltre che un rischio per la loro salute. Ed evidentemente è stata proprio la diserzione della seduta della IV Commissioni di ieri mattina (ndr – per chi legge martedì), da parte di qualche membro della giunta Emiliano e di qualche funzionario del dipartimento competente al problema, ad indurre Damascelli a proporre ai colleghi commissari di richiedere al presidente del Consiglio regionale Loizzo un incontro tra Giunta e vertici delle Commissioni, per sbloccare una situazione di paralisi collaborativa, palesemente “ormai inaccettabile” per Damascelli, tra organi istituzionali di uno stesso Ente, la Regione per l’appunto, che al momento probabilmente non è neppure in grado di assicurare ai consiglieri stessi di svolgere appieno tutti i compiti per cui sono lautamente remunerati mensilmente. Ma quanto “rivendicato” dal consigliere di opposizione Damscelli è, forse, poca cosa alla Regione Puglia rispetto ad una situazione politica complessiva ben più grave, se si considera che da circa un anno (ossia da quando a luglio dello scorso anno di dimise per problemi giudiziari   il consigliere del Pd Giovanni Giannini) l’esecutivo di Emiliano è privo del nome dell’assessore ai Lavori Pubblici e da circa quattro mesi non ci sono ancora i nomi né di quello all’Ambiente, in precedenza guidato dal consigliere Filippo Caracciolo della Bat (anch’egli del Pd e dimessosi perché coinvolto in altra questione giudiziaria), né di quello alle Attività produttive, precedentemente affidato al consigliere Michele Mazzarano della provincia di Taranto, pure del Pd e dimessosi solo perché finito al centro di un servizio televisivo che lo accusava di aver usufruito, nel 2015, di un locale per la propria campagna elettorale, in cambio di posti e promesse di lavoro. Senza dimenticare, poi, del dipartimento alla Sanità, la cui delega è saldamente nelle mani del presidente Emiliano sin dal suo insediamento alla guida della Regione Puglia e della cui assegnazione, nonostante le tante “defiance” e lamentele nel settore, non se ne parla nemmeno. Ma questo è tutto un altro “capitolo” dell’esecutivo regionale monco di Emiliano.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Maggio 2018

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