A rischio il futuro dell’Alenia di Foggia
Uno sciopero di otto ore quello di ieri nello stabilimento Alenia Aermacchi di Foggia, dove i lavoratori (in tutto circa mille) sono allarmati dopo la fuga di notizie degli ultimi giorni secondo cui l’azienda leader nelle produzioni in carboresina avrebbe commesse sufficienti per altri 3-4 anni a causa dei programmi in scadenza. Per lo stabilimento foggiano, in particolare, non ci sarebbero all’orizzonte nuove commesse, quando saranno esaurite le grandi linee oggi in produzione. A giugno finira’ fuori produzione il Boeing 777 “e programmi operativi di grandi prospettive come la commessa per il nuovo caccia multiruolo F35 viaggiano a rilento anche a causa – si legge nell’articolo – di impedimenti e veti politici (l’Italia vorrebbe dimezzare l’ordine con gli americani)”. Le segreterie dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un chiarimento con Finmeccanica ma finora – fanno sapere i sindacalisti – ancora nessuna risposta”. Nella rivendicazione nazionale dei metalmeccanici, rientra il nebuloso futuro dell’Alenia di Foggia, in cui si realizzano gli stabilizzatori e la deriva per gli impennaggi verticali per aerei civili e militari. Alle quattro ore di sciopero proclamate da Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo contrattuale, si aggiungo le quattro ore di astensione per i problemi della fabbrica foggiana. Si lavorerà per i prossimi quattro, internalizzando produzioni finora appaltate a ditte esterne; poi, nessuna certezza.La crisi – denuncia Finmeccanica – deriva dai due milioni di perdite settimanali nei quattro stabilimenti della Divisione di Aerostrutture. A cascata, sottolineano i sindacati, ci sono i problemi delle aziende dell’indotto.Lo sciopero ha riguardato anche la Simav, azienda storica dell’indotto, si occupa di manutenzione degli impianti Alenia. A livello nazionale ha annunciato 52 esuberi, di cui 4 a Foggia.
Pubblicato il 21 Aprile 2016