La maggior parte dell’ economia che fa girare Cerignola trova inizio dalla terra, cioè dall’ Agricoltura. Al piccolo costruttore che intende avviare una nuova iniziativa c’ è sempre un Istituto bancario che presta denaro a fronte della garanzia immobiliare che è il famigerato < podere >, possibilmente dotato del casolare. Anche per chi voglia avviare un esercizio commerciale i primi soldi indispensabili per acquistare e far installare le attrezzature di vendita e sopportare le spese dei primi anni, provengono dalla vendita dei terreni. Per verificare queste asserzioni, chiedetelo ai notai che stipulano gli atti, agli assistenti fiscali che predispongono lo studio di fattibilità e ai funzionari di banca che concedono i mutui integrativi. Anche tutti quei giovani per i quali pare quasi impossibile inserirsi nei settori specialistici in cui hanno conseguito invano diplomi di laurea + stage, ma anche la nutrita schiera degli over 40 anni già espulsi dai moderni processi organizzativi del lavoro, dunque molti di questi non occupati sono costretti a ripiegare almeno sulle opportunità pur precarie offerte dal ramo agricolo nella filiera delle intermediazioni commerciali dei prodotti agricoli oggetto di trasformazione ( sottaceti, salamoie, oli e vini, confetture ). Per fortuna il nostro sistema agricolo riesce a ” tenere ” sebbene i protagonisti più attivi siano sempre in preda a illegalità, ruberie nelle campagne e a un silenzioso racket d’ estorsioni che nella città colpisce professionisti e lavoratori autonomi in genere. Basta pensare, per continuare a essere ottimisti, che l’ economia sommersa di Cerignola – secondo le impressioni alquanto fondate di più d’ un analista del settore creditizio – vanterebbe già da un decennio un tasso superiore a quello di una città consimile come San Severo.
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Pubblicato il 27 Ottobre 2012
