Cultura e Spettacoli

Pirro, lacrime di gioia e di dolore

Resta un mistero dove esattamente nel territorio di Ascoli Satriano nel 279 avanti Cristo le forze di Roma, integrate da Dauni, Etruschi e Latini, si scontrarono con la vasta coalizione guidata da Pirro. Polibio parla di un luogo compreso tra il corso del Carapelle e certe alture vicine, i Monti Carpinelli. Stando allo storico greco furono i Dauni a scegliere il terreno dello scontro calcolando che le dimensioni della piana, “non troppo vasta”, avrebbero ostacolato sia il movimento della falange epirota, che lo schieramento dei famosi elefanti. Chi però oggi andasse a studiare l’area compresa tra Carapelle e Carpinelli resterebbe stupito dal senso di vastità che il sito suscita. Il terreno non presenta asperità e la pendenze sono modestissime. In tanto spazio quali difficoltà di manovra poteva incontrare il macchinoso schieramento di Pirro? Evidentemente in quasi 24 secoli il panorama è profondamente mutato nei dintorni di Ascoli Satriano sia per opera dell’uomo che per azione della natura. Si provi a immaginare al posto delle livellate coltivazioni di oggi folti boschi in discesa dalle pendici dei Carpinelli. Più che all’interno di una piccola pianura lo scontro di Ascoli Satriano dovette consumarsi in un corridoio pianeggiante e parallelo al fiume. Un luogo ben diverso da quello arioso e pieno di luce che possiamo vedere oggi (il che rende impossibile – a meno di ritrovamenti – l’individuazione del punto esatto di scontro). La presenza di boschi è confermata ancora da Polibio, il quale afferma che durante il primo giorno di battaglia “i Dauni con un drappello di uomini, andarono a saccheggiare il campo di Pirro assieme alla prima legione romana, ma, ricacciati su un colle dall’azione della cavalleria epirota, dovettero rifugiarsi nei boschi”. Quanto al calcolo dei Dauni, relativo alle caratteristiche del campo di battaglia, sulla carta sfavorevole a Pirro, esso si rivelò inesatto giacché la vittoria arrise a quest’ultimo. Tuttavia, e questa volta a parlare è Plutarco, “gli eserciti si separarono e, da quel che si dice, Pirro rispose a uno che gli esternava la gioia per la vittoria che ‘un’altra vittoria così e si sarebbe rovinato’. Questo perché aveva perso gran parte delle forze che aveva portato con sé, quasi tutti i suoi migliori amici e i suoi principali comandanti. Non c’erano altri che potessero essere arruolati e i confederati italici non collaboravano. D’altra parte, come una fontana che scorresse fuori dalla città, il campo romano veniva riempito rapidamente e a completezza di uomini freschi, per niente abbattuti dalle perdite sostenute, ma dalla loro stessa rabbia capaci di raccogliere nuove forze e nuova risolutezza per continuare la guerra”. L’espressione ‘vittoria di Pirro’ sarebbe stata poi coniata dagli stessi Romani.

Italo Interesse


Pubblicato il 3 Agosto 2017

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